Cultura & Spettacolo

VENERDI’ LIBRI – Da dove nasce il male?

di Eleonora Ciaffoloni -


Da dove nasce il male? Questa è la domanda con cui Stefano Nazzi apre il suo nuovo libro Il volto del male. Un quesito che, dopo 192 pagine, non trova risposta, ma che viene spiegato – come si può anche intuire dal titolo – attraverso i volti di chi, il male, lo ha mostrato e talvolta perpetuato. Nel pieno stile del suo podcast Indagini, prodotto dal Post e vincitore del miglior podcast dell’anno, il giornalista racconta dieci casi di cronaca nera italiana che sono entrati – in modo più o meno impattante – nelle nostre case e nell’immaginario collettivo, attraverso la narrazione mediatica. Alcuni casi diventati famosi, come il massacro del Circeo o il Mostro di Foligno e altri passati in sordina, ma tutti accomunati dalla caratteristica di profonda inquietudine, che si evince in maniera quasi toccante tra le pagine del libro. Una narrazione che spezza quella tradizione giornalistica della cronaca nera spettacolare e alla ricerca del dettaglio macabro, andando a concentrarsi sui fatti dal punto di vista preciso di chi commette il male. Sappiamo cosa accade prima, cosa accade dopo, chi erano gli assassini prima di incontrare il male e dopo che lo hanno commesso, ma anche come accade. Senza però mai cedere all’emotività, senza ricadere mai nella ricerca del macabro e di quei dettagli inutili ai fini della narrazione, che potrebbero pesare su chi è stato vittima degli efferati delitti o su chi ha vissuto in prima persona il male. Il giornalista nel volume, a differenza del podcast – strutturato, appunto, sulle indagini e sul rapporto tra il lavoro degli inquirenti e quello della stampa – approfondisce gli aspetti legati agli assassini, il loro modo di pensare, di agire e – in alcuni casi – di pentimento, mettendo invece da parte tutto ciò che riguarda la cronaca giudiziaria e i metodi d’indagine. L’autore si mette dal lato della mente del male e cerca di ricostruire e ripercorrere quel percorso che ha portato a commettere atti raccapriccianti, scoprendo, di volta in volta, dove può arrivare la cattiveria umana. Eppure, al male non si riesce mai a dare una spiegazione. Neanche la scienza, né la psicologia negli anni sono riuscite a dare una risposta a questo interrogativo. E in questo volume accade lo stesso, con la differenza che le storie raccontate diventano, agli occhi di tutti, la rappresentazione di una realtà che convive con la nostra, che vive nel nostro stesso palazzo, che ci cammina accanto al parco, che fa la spesa nel nostro stesso supermercato. Il genere crime è di certo uno dei più letti in Italia e al mondo, ma quello de Il volto del male e di Stefano Nazzi è diverso. Uno stile, quello del giornalista, che è una garanzia: una capacità narrativa unica, asciutta, essenziale, non morbosa, rispettosa delle vittime, che incolla alle pagine il lettore ne Il volto del male e che incanta con la sua voce tutti gli ascoltatori di Indagini. Se questo libro non vi darà la risposta al quesito esistenziale, vi lascerà però sun mix di emozioni difficili da decifrare, che vi accompagneranno anche quando lo avrete riposto in libreria.


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