Veneto, lo 007 spia e i veleni della sanità

La celebrata sanità veneta nel dopo covid scende dal podio tra le migliori d’Italia, in compenso i magistrati di Padova, anche grazie alle “vituperate” intercettazioni, scoprono non pochi altarini che coinvolgono personaggi eccellenti, vicini al presidente Luca Zaia, nella gestione del denaro pubblico. Quattro inchieste, scaturite dal filone principale degli appalti per le mense ospedaliere delle Ulss regionali, dipingono un quadro poco adamantino. Di questi giorni è il rinvio a giudizio dei vertici della Serenissima Ristorazione, dopo che in altri filoni sono impigliati Domenico Mantoan, ex grande capo della sanità veneta e riconfermato a gennaio timoniere dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali (Agenas); il colonnello della guardia di finanza Massimo Stellato, capocentro degli 007 del Triveneto, ancora sospeso perché avrebbe informato Mantoan che la Procura aveva acceso potenti fari su Azienda Zero; e l’avvocato Fabio Pinelli per una raffica di consulenze a trattativa privata che gli hanno fruttato buone parcelle – la posizione è archiviata -, grazie ai buoni uffici di Mantoan, che aveva convinto Zaia, nonostante quest’ultimo avesse riserve su Pinelli anche perché vicino a Salvini (che ha plaudito alla sua elezione a vicepresidente del Csm), e della vicentina Patrizia Simionato, attuale dg dell’Ulss di Rovigo, all’epoca influente capa di Azienda Zero.

 

“LO 007 INFEDELE”

 

È la vigilia di Ferragosto 2020 quando il colonnello Massimo Stellato, comandante dell’Aise del Nordest, con la macchina noleggiata dalla Presidenza del Consiglio va a casa di Mantoan a Brendola nel Vicentino. “È vero l’ho incontrato, ma non gli ho rivelato alcun segreto d’ufficio”, si difende il militare quando si presenta con il difensore Nuzzolese per l’interrogatorio. Le intercettazioni, invece, per il pm illustrano una fuga di notizie per sabotare le indagini sulla sanità di cui i vertici non ancora nulla. Tant’è che mezz’ora dopo la presunta rivelazione è un profluvio di avvisi tra le persone sospettate di slealtà. Al termine delle indagini il pm chiede l’archiviazione di Mantoan, perché non c’è prova che abbia sollecitato la rivelazione dell’inchiesta, dall’altro Stellato, che in una memoria nega di essere stato infedele e il suo avvocato contesta la legittimità delle intercettazioni, è indagato e potrebbe opporre il segreto di Stato.

 

PARCELLE E ACCISE

 

L’altro capitolo scottante degli incarichi professionali chiama in causa oltre al solito Mantoan e la dirigente Patrizia Simionato, entrambi sotto inchiesta per turbativa d’asta e induzione a dare o promettere utilità, il beneficiario del presunto vantaggio professionale, cioè l’avvocato padovano Pinelli, eletto qualche settimana fa vicepresidente del Csm. Succede quando i carabinieri indagando su Azienda Zero sentono Mantoan che informa la responsabile dell’ufficio legale di affidare al penalista una serie di incarichi professionali a trattativa privata (una ventina) con parcelle da 2.990 a 35 mila euro, per valutare tra le altre cose il codice dei contratti per affidamenti diretti di Azienda Zero in piena pandemia, e il recupero delle imposte sulle bollette elettriche delle Ulss. In questo caso la Regione gli garantiva il 15% delle accise ricuperate. Il pm al termine delle indagini chiede l’archiviazione del fascicolo, ma lo trasmette alla Procura erariale della Corte dei Conti di Venezia per valutare eventuali profili di danno contabile, mentre per Pinelli manda gli atti all’Ordine degli avvocati della Città del Santo affinché valuti il presunto illecito disciplinare perché il compenso è “una quota del bene oggetto della prestazione” e violerebbe le regole dell’ordinamento dell’avvocatura. Il fascicolo disciplinare sarebbe ibernato perché Pinelli in qualità di vicepresidente del Csm non può esercitare la professione. Se ne riparlerà tra quattro anni. Nei giorni scorsi il gip Domenica Gambardella ha respinto l’archiviazione per Mantoan e Simionato (la quale aveva cercato invano di convincere il superiore a non affidare gli incarichi al pur valido Pinelli perché Zaia lo riteneva come il prezzemolo, era dappertutto) ed a loro carico ha chiesto un supplemento di indagini.

 

MENSE E FONDAZIONE

 

Il gran valzer investigativo era apparecchiato dalla super gara da 303 milioni, poi smembrata in sei porzioni, per le mense degli ospedali delle Ulss venete. Il pm Silvia Golin riceve l’esposto della dittà sconfitta, la italo-tedesca Dussmann, che chiama in causa il colosso Serenissima Ristorazione e la controllata Euroristorazione. Sono a processo per turbativa d’asta e falso idologico il 73enne Mario Putin, patron del gruppo, e quattro manager tra cui il figlio Tommaso, perché le offerte sarebbero state concordate. Il pm Golin, inoltre, chiede il processo anche per Mantoan e Simionato perché avrebbero dato un contributo pubblico non conforme di 20 mila euro alla Fondazione Scuola Formazione di Sanità Pubblica di Padova, dove lavorava dal 2019 la vicentina Alessandra Stefani, amica di Mantoan.

La celebrata sanità veneta nel dopo covid scende dal podio tra le migliori d’Italia, in compenso i magistrati di Padova, anche grazie alle “vituperate” intercettazioni, scoprono non pochi altarini che coinvolgono personaggi eccellenti, vicini al presidente Luca Zaia, nella gestione del denaro pubblico. Quattro inchieste, scaturite dal filone principale degli appalti per le mense ospedaliere delle Ulss regionali, dipingono un quadro poco adamantino. Di questi giorni è il rinvio a giudizio dei vertici della Serenissima Ristorazione, dopo che in altri filoni sono impigliati Domenico Mantoan, ex grande capo della sanità veneta e riconfermato a gennaio timoniere dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali (Agenas); il colonnello della guardia di finanza Massimo Stellato, capocentro degli 007 del Triveneto, ancora sospeso perché avrebbe informato Mantoan che la Procura aveva acceso potenti fari su Azienda Zero; e l’avvocato Fabio Pinelli per una raffica di consulenze a trattativa privata che gli hanno fruttato buone parcelle – la posizione è archiviata -, grazie ai buoni uffici di Mantoan, che aveva convinto Zaia, nonostante quest’ultimo avesse riserve su Pinelli anche perché vicino a Salvini (che ha plaudito alla sua elezione a vicepresidente del Csm), e della vicentina Patrizia Simionato, attuale dg dell’Ulss di Rovigo, all’epoca influente capa di Azienda Zero.

 

“LO 007 INFEDELE”

 

È la vigilia di Ferragosto 2020 quando il colonnello Massimo Stellato, comandante dell’Aise del Nordest, con la macchina noleggiata dalla Presidenza del Consiglio va a casa di Mantoan a Brendola nel Vicentino. “È vero l’ho incontrato, ma non gli ho rivelato alcun segreto d’ufficio”, si difende il militare quando si presenta con il difensore Nuzzolese per l’interrogatorio. Le intercettazioni, invece, per il pm illustrano una fuga di notizie per sabotare le indagini sulla sanità di cui i vertici non ancora nulla. Tant’è che mezz’ora dopo la presunta rivelazione è un profluvio di avvisi tra le persone sospettate di slealtà. Al termine delle indagini il pm chiede l’archiviazione di Mantoan, perché non c’è prova che abbia sollecitato la rivelazione dell’inchiesta, dall’altro Stellato, che in una memoria nega di essere stato infedele e il suo avvocato contesta la legittimità delle intercettazioni, è indagato e potrebbe opporre il segreto di Stato.

 

PARCELLE E ACCISE

 

L’altro capitolo scottante degli incarichi professionali chiama in causa oltre al solito Mantoan e la dirigente Patrizia Simionato, entrambi sotto inchiesta per turbativa d’asta e induzione a dare o promettere utilità, il beneficiario del presunto vantaggio professionale, cioè l’avvocato padovano Pinelli, eletto qualche settimana fa vicepresidente del Csm. Succede quando i carabinieri indagando su Azienda Zero sentono Mantoan che informa la responsabile dell’ufficio legale di affidare al penalista una serie di incarichi professionali a trattativa privata (una ventina) con parcelle da 2.990 a 35 mila euro, per valutare tra le altre cose il codice dei contratti per affidamenti diretti di Azienda Zero in piena pandemia, e il recupero delle imposte sulle bollette elettriche delle Ulss. In questo caso la Regione gli garantiva il 15% delle accise ricuperate. Il pm al termine delle indagini chiede l’archiviazione del fascicolo, ma lo trasmette alla Procura erariale della Corte dei Conti di Venezia per valutare eventuali profili di danno contabile, mentre per Pinelli manda gli atti all’Ordine degli avvocati della Città del Santo affinché valuti il presunto illecito disciplinare perché il compenso è “una quota del bene oggetto della prestazione” e violerebbe le regole dell’ordinamento dell’avvocatura. Il fascicolo disciplinare sarebbe ibernato perché Pinelli in qualità di vicepresidente del Csm non può esercitare la professione. Se ne riparlerà tra quattro anni. Nei giorni scorsi il gip Domenica Gambardella ha respinto l’archiviazione per Mantoan e Simionato (la quale aveva cercato invano di convincere il superiore a non affidare gli incarichi al pur valido Pinelli perché Zaia lo riteneva come il prezzemolo, era dappertutto) ed a loro carico ha chiesto un supplemento di indagini.

 

MENSE E FONDAZIONE

 

Il gran valzer investigativo era apparecchiato dalla super gara da 303 milioni, poi smembrata in sei porzioni, per le mense degli ospedali delle Ulss venete. Il pm Silvia Golin riceve l’esposto della dittà sconfitta, la italo-tedesca Dussmann, che chiama in causa il colosso Serenissima Ristorazione e la controllata Euroristorazione. Sono a processo per turbativa d’asta e falso idologico il 73enne Mario Putin, patron del gruppo, e quattro manager tra cui il figlio Tommaso, perché le offerte sarebbero state concordate. Il pm Golin, inoltre, chiede il processo anche per Mantoan e Simionato perché avrebbero dato un contributo pubblico non conforme di 20 mila euro alla Fondazione Scuola Formazione di Sanità Pubblica di Padova, dove lavorava dal 2019 la vicentina Alessandra Stefani, amica di Mantoan.

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