Venticinque anni dopo, la gioia dei giovani incontra Papa Leone XIV
Dai Papaboys del 2000 di San Giovanni Paolo II al fiume di ragazzi che venticinque anni dopo si sono riversati ancora una volta nella spianata di Tor Vergata per il Giubileo dei Giovani, sicuramente un momento edificante ed emozionante che ha unito la chiesa (come desidera l’attuale Papa).
Infatti, migliaia e migliaia di giovani sono accorsi davanti a Sua Santità, Leone XIV, il quale, con sobrietà, eleganza e decisione è entrato in comunione ed in rapporto con loro, facendo comunità. Questo è il bilancio, in termini spirituali, di tale accadimento, dove i giovani sono stati protagonisti dando un segnale preciso alla società attuale, a volte fredda e frenetica se non addirittura secolarizzata.
Il messaggio del Giubileo dei Giovani e Papa Leone
Il calore dei ragazzi però ha dato un messaggio preciso al mondo, ossia noi ci siamo e siamo migliori di quello che pensate. Anzi, i tanti giovani presenti in questi giorni hanno gioito, cantato, pianto e pregato allo stesso tempo, fornendo l’immagine di una chiesa viva e in cammino verso l’unità di migliaia di cuori, davanti al loro pastore, il quale si è rivolto loro dicendo: “C’è una domanda importante nel nostro cuore, un bisogno di verità che non possiamo ignorare, che ci porta a chiederci: cos’è veramente la felicità? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrità? Nei giorni scorsi avete fatto molte belle esperienze. Vi siete incontrati tra coetanei provenienti da varie parti del mondo, appartenenti a diverse culture. Vi siete scambiati conoscenze, avete condiviso aspettative, avete dialogato con la città attraverso l’arte, la musica, l’informatica, lo sport. Al Circo Massimo, poi, accostandovi al Sacramento della Penitenza, avete ricevuto il perdono di Dio e avete chiesto il suo aiuto per una vita buona”.
In tutto questo potete cogliere una risposta importante: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle «cose di lassù», per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi «sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità», di perdono, di pace, come quelli di Cristo.
E ancora riflettendo il Papa: Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. È Lui, come diceva San Giovanni Paolo II, «che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande , per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna» (XV Giornata Mondiale della Gioventù, Veglia Di Preghiera, 19 agosto 2000). Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo. Importante tali riflessioni di Leone XIV rivoltosi paternamente ai giovani.
Inoltre si può ritenere in tal senso edificante anche la lettera del cardinale vicario Baldassare Reina, diffusa il 4 agosto scorso il quale, oltre a tracciare un bilancio positivo sul Giubileo dei giovani recentemente concluso, ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato alla preparazione degli eventi, affermando: “Quando usciamo fuori dai nostri confini e facciamo rete con chi ci sta accanto e con la realtà della diocesi”, scrive il prelato, “le cose funzionano davvero e hanno il sapore di un’autentica fraternità ecclesiale”. A tal proposito, il porporato ha anche annunciato che il Santo Padre aprirà, nel pomeriggio di venerdì 19 settembre, nella basilica cattedrale di San Giovanni in Laterano, l’anno pastorale della diocesi di Roma.
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