Verdesca, mako e non solo: gli squali che nuotano davanti alle nostre spiagge
Con l’arrivo dell’estate, milioni di persone affolleranno le spiagge italiane per godersi il sole, il mare e il relax. Ma ogni anno, puntualmente, riaffiora una domanda che molti si fanno guardando verso l’orizzonte: ci sono squali nei nostri mari? E se sì, sono pericolosi?
Sì, ci sono squali. Ma niente panico.
I mari italiani – parte del Mar Mediterraneo – ospitano circa 50 specie di squali, ma solo una manciata è potenzialmente pericolosa per l’uomo. Gli attacchi sono estremamente rari, e le specie più presenti lungo le nostre coste sono in genere innocue. Tuttavia, alcune eccezioni esistono.
Vediamo quali sono gli squali a cui fare attenzione, tenendo conto anche di due grandi protagonisti delle acque aperte: la verdesca e lo squalo volpe.
Le 4 specie “grandi” nei mari italiani
1. Squalo bianco (Carcharodon carcharias)
- Presenza: rara, ma documentata nel Canale di Sicilia, Mar Ionio e sud della Sardegna.
- Lunghezza: fino a 6 metri
- Pericolosità: alto potenziale, ma nessun attacco recente verificato in Italia.
- È il più temuto, ma anche il più sfuggente. Ama le acque aperte e profonde.
2. Squalo mako (Isurus oxyrinchus)
- Presenza: mar Tirreno e Canale di Sicilia
- Lunghezza: 2,5 – 3,5 metri
- Pericolosità: medio-alta. È veloce e predatore attivo.
- Gli incontri sono molto rari, ma è tra le specie più dinamiche.
3. Verdesca (Prionace glauca)
- Presenza: frequente in mare aperto, a volte vicino alle coste
- Lunghezza: fino a 3,5 metri
- Pericolosità: bassa, ma va rispettata.
- È lo squalo più avvistato nel Mediterraneo. Tende a evitare l’uomo, ma può incuriosirsi.
4. Squalo volpe (Alopias vulpinus)
- Presenza: ampio bacino, incluse le acque italiane
- Lunghezza: fino a 5 metri (di cui metà è la coda)
- Pericolosità: bassissima, non aggressivo
- È facilmente riconoscibile per la sua lunga coda. Caccia piccoli pesci con colpi rapidi, ma non rappresenta un pericolo.
Gli attacchi in Italia: numeri che rassicurano
Secondo i dati del Global Shark Attack File, in Italia si registrano in media meno di un attacco all’anno e la maggior parte non è letale. Gli ultimi casi confermati risalgono a molti decenni fa, spesso legati a pesca subacquea o condizioni eccezionali.
Un mare sotto pressione
È importante ricordare che molte specie di squali del Mediterraneo sono a rischio a causa della pesca intensiva e del degrado ambientale. La verdesca, ad esempio, è oggi classificata come in pericolo critico dall’IUCN. Gli squali svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio dell’ecosistema marino, temerli è naturale, ma conoscerli e rispettarli è fondamentale.
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