Esteri

Via dalla Seta ma non troppo. “Con Pechino relazioni solide”

di Ernesto Ferrante -


Via dalla Seta ma non troppo. “Con Pechino relazioni solide”
I rapporti diplomatici e commerciali sono stati in cima all’agenda della missione del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha chiuso la XI sessione del comitato Governativo Italia-Cina di Pechino davanti all’omologo cinese Wang Yi. I toni concilianti hanno preso il posto dei fulmini e delle saette della campagna elettorale, confermando l’ammorbidimento già palesato dopo il bilaterale di Bali, a margine del summit del G20, tra il premier Giorgia Meloni e il presidente cinese Xi Jinping. Il ministro azzurro era stato chiaro già prima di partire, parlando di “rilancio del dialogo bilaterale nei settori di comune interesse, nel quadro del partenariato strategico globale istituito nel 2004”.

Relativamente all’uscita dal progetto Della Via della Seta, chiesta da Washington in cambio della sua benedizione, la strada è stata già tracciata da Meloni qualche giorno fa: “Dovremo discutere in parlamento e poi ne parleremo con serenità e amicizia con il governo cinese. Sono convinta che le relazioni con Pechino resteranno solide, non prevedo che si complicheranno”. Il titolare della Farnesina si è limitato a ribadire il concetto in un punto stampa durante una visita alla Città Proibita: “Certamente, mentre stiamo valutando la partecipazione alla Via della Seta, vogliamo rafforzare l’accordo di cooperazione rafforzato. Noi vogliamo avere relazioni più che positive con la Cina che rappresenta un mercato di grandi opportunità, vogliamo incrementare l’interscambio tra i nostri paesi pur essendoci delle questioni da risolvere, ma ritengo che le relazioni tra Italia e Cina siano di grande importanza per i due Paesi”.

I numeri sono numeri, anche per chi non lesina professioni di fede atlantista un giorno sì e l’altro pure. Del resto, gli stessi States hanno riallacciato i rapporti con i rivali, dopo aver fatto la voce grossa. “Ho incontrato il ministro del Commercio cinese Wang Wentao. Abbiamo un interscambio in crescita e più di 1600 imprese italiane nel paese, la Cina è il primo partner in Asia. Vogliamo esportare ancora di più e rendere sempre più operativo il nostro partenariato economico”, ha scritto Tajani su X. “Registro con soddisfazione i progressi nell’apertura del mercato cinese ai prodotti di eccellenza del settore agroalimentare italiano, che spero possa vedere presto ulteriori avanzamenti a favore di prodotti – come mele, carni e farine – che sono stati oggetto di negoziato nei tavoli di lavoro”, ha dichiarato il ministro degli Esteri nel suo intervento all’11ma sessione del comitato governativo Italia-Cina che ha co-presieduto con il collega Wang Yi.

Roma vuole mediare per evitare strappi a Bruxelles: “Anche nel contesto dell’Unione Europea, l’Italia è sostenitrice del dialogo con Pechino, come pure di un confronto franco e aperto su principi e valori”. La “nuova stagione per il Partenariato Strategico che intendiamo rilanciare a 360 gradi approfondendo tutti gli ambiti del nostro rapporto bilaterale”, prevede anche le visite del presidente Sergio Mattarella, della premier Giorgia Meloni e delle ministre del Turismo e dell’Università, Daniela Santanché e Annamaria Bernini. Le relazioni bilaterali tra il Belpaese e il Dragone “hanno registrato un buono sviluppo, gli stretti contatti tra il presidente Xi, il presidente Mattarella la premier Meloni hanno fissato l’orientamento delle relazioni e consolidato i rapporti bilaterali e la fiducia reciproca”.

Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha evidenziato la bontà del memorandum della discordia: “La cooperazione nell’ambito della nuova Via della Seta è stata ricca di risultati, negli ultimi cinque anni l’interscambio è salito da 50 a 80 miliardi di dollari e l’export italiano verso la Cina è aumentato del 30%”. Secca la risposta a chi ha parlato di risultati al di sotto delle aspettative: “Il memorandum sulla Via della Seta è stata una pagina di cooperazione piuttosto brillante”. “L’antica Via della Seta, ha proseguito Wang, è stata un esempio di inclusività ed esplorò una via di convivenza. Cina e Italia devono ereditare lo spirito della Via della Seta e far dialogare la parte occidentale e orientale, superando lo scontro di civiltà”.

Il ministro di Xi ha auspicato correttezza ed equità nei confronti delle imprese del suo Paese: “La Cina è pronta a importare maggiori quantità di prodotti italiani e fornire agevolazioni alle imprese italiane che vogliono investire in Cina con misure concrete. Da parte nostra auspichiamo da parte italiana che le imprese cinesi che operano in Italia non vengano discriminate”. Italia e Cina sono “due potenze mondiali” che devono svolgere “un ruolo positivo negli affari internazionali” ed è nel loro interesse “approfondire il partenariato strategico globale” nell’ottica di un rafforzamento della “stima reciproca”.


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