Dentro e fuori quella cassaforte è avvenuto qualcosa, chi ne conosceva il contenuto ha permesso la rivelazione delle indagini
La vicenda Almasri, in attesa che il Tribunale dei ministri decida se archiviare la posizione della premier Giorgia Meloni, dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio del sottosegretario Alfredo Mantovano o chiederne il rinvio a giudizio, si è con molta ampiezza incentrata sulle circostanze che hanno permesso la diffusione di “rivelazioni” circa il segmento delle indagini del Tribunale sulle procedure del ministero di via Arenula, mentre si è parzialmente sgonfiato anche il dettaglio del social Signal suggerito dalla capa di gabinetto di Nordio Giusi Bartolozzi ai magistrati del ministero raccomandando discrezione e riservatezza. Cautele che, viene rilevato, sono abituali nel trattamento di informazioni di intelligence.
La caccia alle spie
L’avvocata Giulia Bongiorno, che difende tutti i rappresentanti del governo, aveva manifestato irritazione per la diffusione di documenti riservati relativi all’indagine, peraltro non ancora messi a disposizione delle parti interessate, nonostante la scadenza dei termini.
E quindi il Tribunale si è dovuto muovere con decisione. Da un lato, ha accolto la richiesta dell’avvocata Bongiorno, autorizzandola a visionare gli atti dell’indagine sulla mancata consegna del comandante libico Osama Njeem Almasri, vietandone però la possibilità di effettuare copie. Dall’altro, ha formalizzato una propria denuncia per la divulgazione di atti coperti da segreto, in seguito agli articoli di stampa che hanno riportato contenuti riservati, precisando che tali atti sono custoditi nella cancelleria della Corte d’Assise in un armadio cassaforte.
Ma dentro e fuori quella cassaforte è avvenuto qualcosa, se pure da Palazzo Chigi la rabbia per quanto polemicamente pubblicato è arrivata a ipotizzare l’azione di forze interessate ad agire contro il governo per destabilizzarlo.
Le carte segrete della vicenda
Lo sostiene apertamente il senatore di Fratelli d’Italia Sergio Rastrelli, segretario della Commissione Giustizia, che ha inoltrato a Nordio un’interrogazione per accertare come “notizie secretate” siano arrivate al senatore Matteo Renzi che vi accennò pubblicamente giorni prima della pubblicazione degli articoli del Corriere e di Repubblica.
Qualcuno che conosceva il contenuto di quella cassaforte ne permise la diversificata diffusione per far finire sulla graticola il ministro della Giustizia e mettere in imbarazzo il governo. Perciò la denuncia di Giulia Bongiorno e il necessario via di un’inchiesta che dovrà fare chiarezza.