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Vidal-Quadras: “E’ stato l’Iran”. Lo strano caso dei ribelli iraniani che finanziano i sovranisti

di Angelo Vitale -


Aleix Vidal-Quadras, ex presidente del Pp della Catalogna e fondatore di Vox, colpito da un proiettile al volto giovedì mattina nel centro di Madrid, sta meglio e non è in pericolo di vita. Secondo fonti citate sia da El Pais che da El Mundo, sarebbe stato lui stesso ad indicare agli inquirenti la possibilità che l’attacco sia collegato alla sua attività in difesa di esponenti dell’opposizione iraniana. Da cinque anni, dopo le rivelazioni di stampa, un vero e proprio caso il fatto che un movimento estremista finanziato dall’Arabia Saudita e sostenuto apertamente dagli Stati Uniti e dall’Europa (altalenante, fino alla cancellazione dalle liste dei movimenti estremisti terroristici, il giudizio su di loro) appoggi da tempo, anche in maniera abbondante sotto il profilo economico, il sovranismo a tutte le latitudini, dagli Usa alla Spagna.

El Mundo ricorda infatti che Vidal-Quadras ha da tempo contatti con il gruppo dell’Organizzazione dei Mujahideen del Popolo dell’Iran, e che lo scorso anno il ministero degli Esteri iraniano lo ha inserito in una lista nera, accusandolo di “azioni deliberate in appoggio del terrorismo e di gruppi terroristici, la promozione e l’incitazione al terrorismo”.

Il denaro grazie al quale Vox, il gruppo di destra spagnolo nato da una costola del Partido Popular, ha potuto avviare le sue prime iniziative politiche è arrivato dai Mojahedin-e-Khalk o Mek, i Guerrieri del popolo, un gruppo di esuli iraniani.

Un filo che arriva fino agli Stati Uniti e alla destra di Trump. Agli appjuntamenti politici che il il Mek promuove a Parigi , negli ultimi anni hanno partecipato personaggi vicini a Trump del calibro dell’ex-sindaco di New York Rudy Giuliani e di John Bolton, ex-consigliere per la sicurezza nazionale.

Nel 2019 le prime rivelazioni di El Pais: “Spese come il deposito e l’affitto della sede centrale della formazione in via Diego de Leon a Madrid, i salari del personale, quelli del leader Santiago Abascal – che nel 2014 ricopriva la carica di segretario generale –, l’acquisto dei mobili e dei computer furono coperte con il flusso di denaro dall’estero”. In meno di un anno, dal 2013 al 2014, poco meno di 1 milione dai ribelli iraniani a Vox, movimenti economici ammessi da Vidal-Quadras ma minimizzati come “un contributo per lavorare in Europa, proveniente non da un’organizzazione ma da una comunità in esilio”. In cinque mesi, dal dicembre 2013 all’aprile 2014, una somma frutto di versamenti minimi di 35 raccolte fondi, anche a partire da 60 euro, arrivati da quindici Paesi, tra i quali Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti e Canada.

Sette anni fa, un massiccio trasferimento di sostenitori dei ribelli iraniani in Albania. Due anni dopo l’Nbc rivelava con un video l’esistena di una base segreta del gruppo in Albania, “un massiccio complesso in stile militare” a Manëz, nella provincia di Durazzo.z


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