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Visto da – Amore a prima vista: yes please

di Nicola Santini -


RECENSIONE – VISTO DA “La probabilità statistica dell’amore a prima vista”

Quando vedo che un film è salito nelle classifiche di Netflix molto rapidamente, in genere prima di vederlo lascio decantare, aspetto di vedere se gli influencer lo commentano entusiasti, se le battute diventano meme e se questo accade, manco lo guardo.
Qui ho fatto un’eccezione. Perché sebbene sia uscito solo il 15 settembre e abbia immediatamente catalizzato su di sé l’attenzione degli utenti, ho calmierato il senso di repulsione verso tutto ciò che rischia di diventare di moda o del momento grazie al titolo per due motivi apparentemente futili: 1) Titolo lungo, che da un po’ non mi capitava; 2) Parla in sostanza di amori a prima vista e quello a me capita tutte le volte. Che poi non sono così tante, ma quelle poche che è successo è andata esattamente così, quindi avevo metri di paragone da mettere in pista.

Questa Netflixata conquista l’attenzione con la sua formula vincente per una piacevole visione in qualsiasi occasione. La pellicola di 90 minuti è una commedia romantica che racconta la storia di Hadley e Oliver, interpretati (bene) da Haley Lu Richardson e Ben Hardy, due individui che si conoscono su un volo internazionale. Diretto da Vanessa Caswill e scritto da Katie Lovejoy, il film prende spunto dal libro omonimo di Jennifer E. Smith, che non ho letto, e ho capito che se lo faccio prima di vedere un film, in genere ne esco a pezzi.
Haley Lu Richardson, già conosciuta per le sue performance in “The White Lotus” e “Five Feet Apart”, è Hadley, una giovane donna amante dei libri. Al suo fianco c’è Ben Hardy, famoso per i suoi ruoli in “Bohemian Rhapsody” e “X-Men: Apocalypse”, nel ruolo di Oliver, un esperto di statistica. La loro alchimia funziona alla perfezione in questa commedia romantica ma non da diabete.

La trama segue Hadley e Oliver nel corso di 24 ore. E anche questo mi piace. NOn amo i film dove devo faticare a decodificare i nessi temporali, specie se si parla di passioni, che secondo me o si bruciano rapidamente andando al sodo, o uno guarda Beautiful per un trentennio come fa mia madre e vede Brooke sfornare figli anche in menopausa. Torniamo alla trama: entrambi i protagonisti sono in viaggio verso Londra per eventi familiari cruciali.
Si conoscono all’aeroporto JFK di New Yorkche è romantico quanto la fila alle poste il giorno che pagano le pensioni, e passano insieme nove ore di volo che si trasformano in un intenso percorso emotivo.
Jameela Jamil, interpretando una sorta di angelo custode sotto mentite spoglie, contribuisce a far scattare la scintilla tra i due.
Il film gioca sapientemente per ritmo, regia, fotografia, sottofondi e sguardi con il concetto di probabilità e statistica, soprattutto quando una serie di coincidenze porta i due protagonisti a sedere uno accanto all’altro. Ovvio che se uno fosse stato in Magnifica e l’altra in economica non si sarebbero manco incrociati e ciao Netflix, però quando ci si cala in modalità romantica crediamo che nulla accada a caso, manco se di mezzo c’è il check in on line.

A partire da questo momento, entrambi condividono emozioni e rivelazioni, tra cui il matrimonio del padre di Hadley e una difficile situazione familiare da parte di Oliver. Vuoi la complicità nelle disgrazie, vuoi che per nove ore devi stare lì senza mollare la poltrona, vuoi che tutti e due sono un bel concentrato di fascino, se non deve succedere non succede ma se deve succedere, c’è tutto perché accada. E tanto si sa come queste cose vanno a stenderci.
Nonostante, quindi, il tema statistico, il film tocca anche questioni più profonde, come le dinamiche familiari e le sfide personali, perché altrimenti sarebbe stata la solita commediuccia romantica, che ci mancava ma che non ci avrebbe incollati lì e non avrebbe fatto andare l’algoritmo di Netflix dritto ai suggerimenti del sottoscritto. Non è, quindi, solo una commedia leggera e anche se andrebbe bene anche solo così, offre anche momenti di riflessione che lasciano lo spettatore con un misto di emozioni.
La storia si svolge in meno di un giorno, richiedendo quindi una certa dose di “sospensione dell’incredulità” da parte dello spettatore. Tuttavia, questa è la magia della commedia romantica: ci porta in un mondo dove tutto è possibile, lasciando libero sfogo alla nostra immaginazione. Il film conclude offrendo una nuova prospettiva sull’amore, regalando un lieto fine a tutti i personaggi coinvolti.


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