Esteri

Vittoria per Trump: cauzione ridotta da 464 a 175 milioni di dollari

di Martina Melli -


Donald Trump ha ottenuto una significativa vittoria in appello riguardo alla cauzione da versare per la truffa degli asset gonfiati. Invece degli iniziali 464 milioni di dollari, i giudici di secondo grado hanno stabilito che dovrà versare entro 10 giorni 175 milioni di dollari. La decisione rappresenta una vittoria legale per l’ex presidente che probabilmente riuscirà a ottenere il finanziamento necessario.

Senza questa proroga e riduzione della cauzione, la procuratrice di New York, Letitia James, avrebbe potuto avviare il blocco dei fondi sui conti bancari del tycoon o iniziare il processo di confisca delle sue proprietà, inclusi immobili come la Trump Tower a Manhattan o la sua residenza a Mar-a-Lago in Florida.

Era previsto oggi anche un altro processo di Trump, quello per l’accusa di aver pagato illegalmente la pornostar Stormy Daniels, ma è stato rimandato dal giudice di New York Juan Merchan al 15 aprile. Il pagamento, finalizzato a comprare il silenzio della donna su un presunto rapporto sessuale avuto con Trump dieci anni prima, mai correttamente rendicontato, costituisce il presunto reato.

Il processo del 15 aprile, sebbene sia considerato il meno rischioso dei quattro casi pendenti, sia dal punto di vista politico che in termini di potenziale condanna in carcere, rappresenterà un evento storico, poiché sarà il primo processo contro un ex presidente degli Stati Uniti.

“I giudici corrotti non vogliono che faccia la campagna elettorale”, ha commentato così la decisione del giudice di New York di fissare l’inizio del processo al 15 aprile, annunciando già che ricorrerà in appello.

Trump è coinvolto in un totale di quattro processi penali e altrettante accuse: aver effettuato pagamenti illeciti (tra cui i130.000 dollari a Stormy Daniels); aver cercato di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020; aver tentato di influenzare i risultati delle elezioni presidenziali nello stato della Georgia; aver conservato documenti governativi riservati nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.

Al momento, nessuno di questi casi è arrivato alla fase delle udienze. Trump e il suo team legale hanno costantemente cercato di ritardare i processi, nel tentativo di evitare che le udienze o eventuali sentenze interferissero con la sua campagna elettorale.


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