Attualità

Volume, sui social il podcast per i giovani universitari bolognesi

di Redazione -


Le strade dell’informazione e della comunicazione accademica rivolta agli studenti universitari si rafforzano sulla rotta social. Volume, il podcast di Bologna University Press, approda su Spotify, Apple podcasts e tutte le altre piattaforme principali. Da oggi, gli approfondimenti trasversali alle varie aree del sapere saranno disponibili su Spotify, Apple Podcasts, Spreaker, Deezer e iHearthRadio.

Volume non è un podcast qualunque: racconta storie che vogliono farsi sentire; storie di un certo spessore, che occupano spazio; storie che non finiscono al primo episodio ma che proseguono nel tempo, collegate l’una all’altra da un filo rosso sottile ma tenace chiamato “conoscenza”.

Sono gli ospiti che si avvicendano al microfono, infatti, a dare significato ai temi affrontati con il loro autorevole punto di vista: rappresentanti del mondo accademico, professionisti e studiosi dei cinque campi del sapere. Gli ospiti di Volume condividono con gli ascoltatori dati, fatti e opinioni, supportati da una profonda competenza e pluriennale esperienza.

Afforntando zone di luce e di ombra della società, Volume spazia tra i diversi ambiti della conoscenza e pone domande, anche scomode. Dalla Russia di Putin alla condizione lavorativa della donna in Italia, dal cinema d’azione alle dittature totalitarie, passando per Dante Alighieri, lo ius soli e le malattie neurodegenerative.

Il primo episodio («Disinformare significa guerra») indaga un fenomeno di estrema attualità: la piaga della disinformazione. Il professore di storia contemporanea all’Università degli studi di San Marino, Luca Gorgolini, curatore del libro «Media digitali e disinformazione» (Bologna University Press, 2021), affronta il tema delle fake news prendendo ad esempio l’invasione russa dell’Ucraina. Proponendo una chiave di lettura illuminante della società russa nel suo insieme, Gorgolini spiega come le fake news possano essere uno strumento di guerra ibrida che la società occidentale non ha ancora pienamente compreso, ma il cui uso è praticato da anni da parte di Paesi come Russia, Cina e Iran.

Il secondo episodio («Non dimenticarti dell’Alzheimer») è invece dedicato a un tema che, al contrario della guerra in Ucraina, raramente cattura l’attenzione dei media: la malattia d’Alzheimer. Federico Licastro, già professore di immunologia presso l’Università di Bologna, ha scritto un manuale pratico, “La malattia d’Alzheimer” (Bologna University Press, 2021), per chiunque desideri scoprire i fattori di rischio di questa malattia e come disinnescarli. In questa puntata Licastro spiega qual è l’unica arma attualmente disponibile contro l’Alzheimer: la prevenzione. E prima si inizia, meglio è. Alla voce di  Licastro si unisce quella di Gilda Cattoli, familiare e caregiver di malati d’Alzheimer.

Il terzo episodio («Come nasce una dittatura fascista») è invece una sorta di “biografia politica del dittatore fascista medio”. Matteo Pasetti, professore di storia contemporanea presso l’Università di Bologna e definito «uno dei maggiori esperti in Europa di corporativismo fascista», ha colto l’occasione della pubblicazione del volume “Il Portogallo di Salazar” (A. Garrido, F. Rosas; Bononia University Press, 2020), di cui ha scritto la prefazione, per tracciare insieme a noi il profilo “ideale” della dittatura fascista. Tra gli anni Venti e Trenta del Novecento nacquero infatti in Europa più di una decina di dittature fasciste. E così nasce un confronto di tutte queste esperienze dittatoriali per identificarne le similitudini – ossia, per capire come un dittatore tipicamente sale al potere, lo consolida, ne viene logorato e, alla fine, consumato.


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