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Von der Leyen in volo con Meloni sull’Emilia Romagna alluvionata

di Rita Cavallaro -


L’Europa riemerge dalle acque torbide di un immobilismo ormai mal tollerato dagli italiani. La chance per dimostrare che l’Unione ancora esiste non solo sulla carta, se l’è giocata la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ieri ha sorvolato l’Emilia Romagna devastata dall’alluvione insieme alla premier Giorgia Meloni. E quando la realtà le si è presentata davanti agli occhi in tutta la sua immane tragedia, von der Leyen ha capito che, stavolta, le promesse non bastano. È stata la stessa presidente della Commissione europea ad ammetterlo, nel corso della conferenza stampa a Bologna. “È stato duro, mi ha spezzato il cuore vedere le inondazioni e il fango. Ci sono cicatrici profonde lasciate dalle valanghe, dai crolli e dagli smottamenti. È stato importante avere questa visione e siamo stati in grado di identificare diversi problemi che si dovranno affrontare”, ha dichiarato von der Leyen, celando nel cassetto la maschera da matrigna crudele che l’Europa ha indossato negli ultimi anni. Perché di fronte alle vite spazzate via dal fango, alla devastazione di un territorio in ginocchio e alla forza di chi si rimbocca le maniche per rialzarsi, la voce di von der Leyen ha tradito un’emozione: “Sono qui per mandare un messaggio molto importante: l’Europa è con voi”. L’unico messaggio possibile, per riaffermare un senso di appartenenza, perso negli scontri sui migranti e nei moniti al rispetto degli impegni a tutti i costi, anche di fronte alle difficoltà. Ma per far affrontare questa emergenza, aveva avvisato Meloni all’inizio della conferenza, “il sostegno dell’Europa può essere molto importante” e la presenza della presidente della Commissione Ue è “un segnale di disponibilità più che formale e concreto”. Un sostegno che, da un lato, è già partito. Von der Leyen, infatti, ha spiegato che “è stato attivato il meccanismo di protezione civile, alcuni stati membri hanno già offerto aiuto, sono arrivate pompe idrovore da Slovacchia e Belgio, molte persone sono venute qua per farle funzionare. È un ottimo esempio di solidarietà europea. E sono rimasta colpita dalle centinaia di volontari, quelli che chiamate gli angeli del fango. È stato molto bello da vedere”. Oltre agli aiuti sul campo, però, l’Emilia Romagna ha bisogno di molti soldi per poter far fronte ai danni causati dalla furia dell’acqua, che da una prima stima ammonterebbero a oltre sette miliardi. Due sono già stati stanziati nel Consiglio dei ministri, in cui è stato decretato lo stato di calamità naturale per la regione. Ma la premier Meloni ha specificato: “Fatta la stima complessiva dei danni, faremo la richiesta dell’attivazione del fondo di solidarietà, cui purtroppo l’Italia ha già dovuto accedere altre volte”. Von der Leyen ha sottolineato che nei confronti dell’emergenza c’è “un approccio strutturato” e, tra le possibili soluzioni per intervenire presto sulla situazione “può essere utilizzato il fondo di coesione. Se guardiamo al piano Next generation Ue ci sono 6 miliardi per la prevenzione, c’è un approccio strutturale e tutte queste e altre risorse a cui possiamo attingere”. Sul fondo di solidarietà la presidente della Commissione europea ha detto che “è urgente farlo partire, ma ci sono regole molto importanti da rispettare: ci sarà un primo pagamento, poi la stima dei danni per avere un’idea più chiara del contributo da parte dell’Ue. Questo succederà nei prossimi tre mesi, poi vedremo cosa è possibile fare”. Resta il fatto che la fonte principale dei finanziamenti “sarà il fondo di solidarietà”, ha ribadito von der Leyen. E sull’entità delle risorse da mettere a disposizione dell’Italia “saremo in grado di darvi un’idea più chiara in futuro”, ha precisato rispondendo alle domande dei giornalisti, prima di proseguire la sua visita per toccare con mano, via terra, la tragedia cui aveva già assistito dal cielo. Ad accompagnarla il ministro Raffaele Fitto e il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, quest’ultimo candidato naturale a commissario straordinario per l’emergenza ma sulla cui nomina si sono manifestate alcune criticità. Tanto che al termine della conferenza è arrivata puntuale la domanda alla premier Meloni, che sul tema ha detto di essere “colpita” che sia questo l’argomento “che vi sta a cuore, mentre ci sono ancora i funerali delle persone. Il mio principale problema è non chi spende i soldi, ma trovarli”.


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