Politica

VonderMeloni

di Giovanni Vasso -


Giorgia Meloni è soddisfatta delle misure che, in tema di crisi energetica, ha ritenuto di approvare il consiglio dei ministri riunitosi l’altra sera sotto la sua presidenza.

Ma può essere soddisfatta delle misure anche l’Unione europea che Meloni, dopo gli abboccamenti a Bruxelles nei giorni scorsi, ha rassicurato coi fatti. E cioé con una manovra che non prevede bonus a pioggia, aborriti dall’Ue, ma aiuti misurati e graduati nel tempo. Insomma, nessuna “follia” ma una strategia che è in piena sintonia con quanto l’Europa ha finora chiesto (e ottenuto).
Meloni ha spiegato: “Il governo ha giurato il 22 ottobre e in meno di due settimane ha raggiunto due obiettivi importanti: liberare oltre 30 miliardi di euro (9,1 miliardi per il 2022 e 21 miliardi per il 2023) per mettere in sicurezza famiglie e imprese dal caro bollette e compiere il primo passo sul fronte della sicurezza energetica nazionale”. Infatti, oltre agli obiettivi calibrati sul “calmierare” le bollette, il governo ha avviato anche la strategia estrattiva nazionale puntando, senza mezze parole, sull’incremento della produzione dei giacimenti già attivi e sui nuovi siti da individuare al largo delle coste del mare Adriatico. Raggiungere l’obiettivo della “sovranità” energetica è davvero arduo per un Paese essenzialmente importatore quale è l’Italia. Però i tempi impongono una revisione, importante, delle attuali scelte per l’approvvigionamento di materie prime fondamentali per la vita economica del Paese. Inoltre, la premier ha inoltre ribadito la linea dell’unità e del coordinamento degli interventi per evitarne gli spezzettamenti che potrebbero causare una sostanziale inefficacia delle misure adottate. Una stoccata, nemmeno troppo velata agli esecutivi che l’hanno preceduta. “Concentreremo le risorse a disposizione per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, senza disperdere risorse in bonus inutili. Non solo. Il governo ha approvato un provvedimento per implementare la produzione di gas nazionale, a patto che venga destinato a prezzi accessibili alle aziende energivore italiane. Mettiamo così in sicurezza il tessuto produttivo e ci rendiamo più indipendenti dalle importazioni di gas”.

Se c’è una cosa che la politica, italiana ed europea, ha imparato e sta apprendendo dalla clamorosa crisi energetica è che, da soli, non si va da nessuna parte. Per quanto possibile, occorre unirsi per fare massa critica e “pesare”, davvero, sui tavoli delle trattative economiche. Meloni, quindi, ha rilanciato la strategia italiana in chiave comunitaria, ponendosi in perfetta continuità con la strada già tracciata, e fortemente voluta, dall’ex premier Mario Draghi. “Contestualmente – ha scritto Meloni -, abbiamo ribadito il nostro impegno in Europa per arrivare ad un corridoio dinamico dei prezzi del gas per limitare la volatilità dei prezzi e mettere in sicurezza le nostre industrie”. Insomma, secondo la presidente del consiglio, l’altra sera si sono poste le basi di una nuova strategia finalizzata a rendere più solidi i rifornimenti energetici nazionali. Infine, Giorgia Meloni si concede una nota politica che spera di prolungare la luna di miele con gli elettori: “Avevamo promesso agli italiani che, una volta al governo, ci saremmo dedicati con serietà e determinazione all’emergenza energetica ed è quello che stiamo facendo, dimostrando che ase si vuole è possibile fare quello che serve per il bene dei cittadini”.


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