Esteri

Wadephul attacca la Cina, che avverte la Germania: “Non incitate al confronto”

Pechino ha replicato in maniera dura al capo della diplomazia tedesca

di Ernesto Ferrante -


Si profila una crisi diplomatica tra Berlino e Pechino. Dopo aver proferito parole di fuoco contro la Cina a Tokyo, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, è tornato all’attacco. “La crescente assertività militare della Cina nel Mar Cinese Meridionale non solo minaccia la sicurezza dell’Asia, ma mina anche l’ordine internazionale basato sulle regole”, perché “ciò che accade qui nell’Indo-Pacifico ha un impatto diretto sulla sicurezza europea e viceversa”, ha affermato Wadephul a margine dell’incontro con l’omologo indonesiano a Giacarta. La postura cinese, a suo avviso, “costituisce anche un rischio economico” considerate le “rotte commerciali essenziali che attraversano questa zona”.

Wadephul accusa la Cina di ledere gli interessi tedeschi

Secondo il capo della diplomazia tedesca, un’eventuale escalation nello Stretto di Taiwan “avrebbe gravi conseguenze per la sicurezza e la prosperità globali e inciderebbe direttamente anche sugli interessi tedeschi ed europei”.

La sua uscita rischia di innescare un nuovo scontro con la superpotenza asiatica, che a inizio settimana ha già replicato con durezza alle dichiarazioni del ministro rese nel corso della sua visita in Giappone, in cui aveva accusato la Cina di essere “sempre più aggressiva” e di voler “cambiare unilateralmente” i confini regionali.

Prima di partire per l’Asia, Wadephul ha anche sostenuto che il “Dragone” sta “rivendicando con crescente determinazione la propria supremazia regionale”, mettendo in discussione il diritto internazionale. Le autorità cinesi hanno avvertito quelle tedesche di non “incitare al confronto” e “non alimentare le tensioni” nella regione.


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