Attualità

West Nile, come convivere con il virus

Giuseppe Scarlato: “Serve prevenzione, non panico. Conoscere il virus per gestirlo”

di Redazione -


di ANGELINA DE SANTIS
In questi giorni scopriamo che l’Italia è zona endemica a causa del virus del Nilo Occidentale(West Nile Virus) ma esiste un piano del ministero della salute già in vigore e applicato. Gli uccelli rappresentano gli ospiti amplificatori/serbatoio mentre gli esseri umani, come i cavalli, sono ospiti a fondo cieco. Giuseppe Scarlato, dirigente veterinario e divulgatore per questioni dei piccoli o grandi animali, si rende disponibile a chiarire il ciclo di trasmissione mettendoci in guardia dalle comuni zanzare notturne almeno per tutta l’estate. Esiste già un capillare sistema di monitoraggio di casi di febbre estive ma la situazione del Lazio ci chiede di approfondire i piani regionali e semplificare le indicazioni base per gli anziani che in questi giorni attraversano parchi o sagre ignari degli artropodi invisibili.

Siamo in piena estate ma temevamo le zanzare “solamente” per i nostri amici a quattro zampe. Adesso invece questo virus della west nile cosa comporta?
Comporta un senso di responsabilità per noi umani bipedi, però proprio a partire dai casi che interessano i cavalli.

Quindi nessun rischio di ammalarsi per micio e canidi di ogni taglia?
No, tranquillizzo subito i vostri lettori a riguardo. Tuttavia spero che molti sapiens abbiano la cultura di vaccinare i cavalli, soprattutto prima di ogni spostamento.

Gli equidi sono dunque l’ospite casuale di queste zanzare che non cercano altro che il pasto?
Cavalli e uomini sono dunque l’ospite accidentale della trasmissione del virus, ma i colleghi della medicina umana non hanno a disposizione un vaccino per le fasce più fragili della nostra popolazione. L’insetto vettore che è la zanzara notturna (genere Culex) ha come ospite reservoir diversi tipi di uccelli a seconda delle aree geografiche.

Dal nord al sud c’è molta attenzione sui casi di ricovero, dalla sua esperienza c’è un’allerta crescente?
Sarebbe senza senso poiché il nostro sistema sanitario ha piani di sorveglianza che negli anni hanno risolto casi di zoonosi. Quindi rassicuro sul fatto che possano esserci altri decessi.

La zanzara è un insetto vettore dunque ma non le vediamo. È più facile rinvenire e segnalare uccelli morti?
Indubbiamente, dalle ghiandaie ai corvidi, i laboratori autorizzati hanno test repentini che confermano o meno la presenza del virus a RNA.

Giocano un ruolo di diffusione anche gli uccelli migratori?
Ebbene si, sempre più presenti nel nostro continente. I casi di mortalità negli uccelli stanziali e migratori permettono ai servizi veterinari territoriali di iniziare indagini e circoscrivere aree a rischio.
Questa elevata densità di insetti che fa anche il suo pasto di sangue in persone e cavalli a cosa è dovuta?
Io escludo una diffusione e metto in guardia le zone palustri. Da anni come medici veterinari vigiliamo sul ciclo rurale della West Nile Disease, ora come ricercatori ci stiamo concentrando sul ciclo urbano.

Quindi la strategia è…?
La strategia è la lotta al vettore, anche lontani dalle tradizionali zone paludose.

Quindi l’umidità è un fattore predisponente in queste settimane?
Tutti necessitiamo di “idratarci” pertanto anche gli insetti. Dobbiamo impedirlo con piccoli ma necessari accorgimenti. Noi ricercatori e le istituzioni contiamo molto sulla collaborazione dei cittadini e delle associazioni.
D’altronde i veterinari sono nella società l’anello che congiunge la natura all’uomo civilizzato.
Per me è una vocazione di servizio ad ogni forma di vita ma non nego che altre patologie esordienti trovano spiegazione in virus di origine animale.

Quindi oltre alla collaborazione tra medici e veterinari la società deve vigilare su piccoli rischi per preservare un pianeta in subbuglio?
Il pianeta è in grado di autoregolarsi ma noi dobbiamo contribuire a mantenere questo equilibrio: non tutto è sintomatico quindi visibile.


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