West Nile: altre due vittime, nel Lazio il focolaio maggiore
L'andamento della diffusione è in linea con gli anni precedenti ma i casi sono segnalati anche in altre regioni
La diffusione del virus in Italia e in Europa
West Nile, ci sono il secondo e il terzo morto in Italia per il virus. La seconda vittima nel 2025 è un uomo di 77 anni, deceduto all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, aveva patologie croniche pregresse e un trapianto cardiaco ed aveva soggiornato recentemente a Baia Domizia, sul litorale casertano. A Caserta la terza vittima: nell’ospedale cittadino è morto un uomo di 80 anni, lì ricoverato da Maddaloni, un centro della provincia.
West Nile, il Lazio la regione più colpita
Il virus continua a circolare con un totale confermato di circa 32 casi umani e 2 decessi. Nel Lazio si registra il maggior focolaio nazionale con 26 casi segnalati. I casi nel Lazio sono tutti autoctoni, concentrati in diversi comuni della provincia di Latina, tra cui Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia, con pochi casi anche nella provincia di Roma (Anzio e Nettuno).
L’andamento della diffusione
L’andamento epidemiologico del virus nel 2025 è in linea con quello degli anni precedenti a livello numerico, anche se la distribuzione geografica mostra una certa differenziazione: oltre al Lazio, ci sono casi in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Campania.
I casi si manifestano soprattutto con forme neuro-invasive (23 su 32), segnalate soprattutto nel Lazio, e in altri casi con febbre o forme lievi. Solo una minoranza dei casi è grave e porta a ospedalizzazione o esito fatale, più frequente in soggetti anziani o con patologie pregresse.
La diffusione del virus è favorita da condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione delle zanzare vettori (Culex pipiens), per esempio piogge intense seguite da ondate di caldo come in questi giorni, e dal movimento migratorio degli uccelli che amplificano il ciclo del virus.
La zanzara comune è il principale vettore e il virus non si trasmette da persona a persona, sebbene rari casi possano verificarsi tramite trasfusioni di sangue, trapianti d’organo o dalla madre al feto.
Le misure in atto
A livello locale, specie nelle regioni e città coinvolte come Lazio e Campania, si stanno attuando diverse misure di controllo e prevenzione.
Per esempio, la sorveglianza integrata animale-ambiente-uomo secondo il Piano Nazionale Arbovirosi 2020-2025, coordinato dal ministero della Salute e dal Centro Nazionale Sangue.
O i Piani di disinfestazione nei territori colpiti per ridurre la presenza delle zanzare vettori.
Pure, il rafforzamento della sorveglianza clinica e diagnostica con mappatura dei casi e formazione specifica per operatori sanitari (neurorologi, infettivologi, urgentisti). Senza tralasciare le misure precauzionali per la sicurezza nelle donazioni di sangue e trapianti, con test obbligatori nella zona del Lazio.
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