Attualità

West Nile, quarto morto in Campania

Operativa la "lista rossa" delle 31 province ove la donazione sangue è soggetta verifiche e limitazioni

di Angelo Vitale -


Virus West Nile, le vittime sono aumentate: tre nel Lazio e quattro in Campania. Dopo il dato secco dei decessi – altre fonti riferiscono che i morti da gennaio sono otto (uno anche in Piemonte)-, la ricerca di un’informazione che non vuole puntare sull’allarmismo continua, come accaduto nei primi giorni, a scontrarsi con notizie ufficiali frammentarie, imprecise, senza un’unica fonte, soggette come sono ad un “sistema Sanità” in cui prevale la competenza delle Regioni e, a cascata, delle Asl, nonostante la piattaforma di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità.

West Nile, la corsa a rassicurare

Il Covid è sicuramente un termine di paragone non efficace se commisurato alla portata del virus attuale ma indicativo, sul piano nazionale, di uno scenario anche stavolta improntato alla rassicurazione piuttosto che alla trasparenza e all’informazione precisa, puntuale, continua.

Emblematica, in tal senso, la giornata di ieri segnata dall’aumento delle vittime: ieri la seconda e la terza vittima in Campania. Oggi, la quarta.

Nel primo pomeriggio, poi, una notizia – per un Arbovirus che può colpire l’uomo a seguito della puntura di zanzara infetta e che quindi dal sangue si trasmette all’intero organismo umano – proveniente dal Centro Nazionale Sangue che già aveva diffuso nei giorni scorsi la notizia di test obbligatori per i donatori di sangue nel Lazio.

West Nile, la “lista rossa”

C’è una “lista rossa” di 31 province soggette a restrizioni per la donazione del sangue. Sono Bologna, Caserta, Cremona, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, l’Aquila, Latina, Lecce, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Napoli, Novara, Oristano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Rovigo, Torino, Treviso, Udine, Varese, Venezia, Verona.

Chiunque vi abbia soggiornato per almeno una notte, sarà soggetto ai test specifici Nat che amplificano gli acidi nucleici o, in alternativa, alla sospensione temporanea di 28 giorni dalla donazione di sangue ed emocomponenti.

Par di capire, una misura cui ciascuno sarà indirizzato soltanto se volontariamente autocertificherà di essere stato in queste province. Fin qui questo Centro nazionale, sul cui sito web appare una lunga serie di misure adottate da giorni in varie province. Una disposizione che, in qualche maniera, limita la preziosa raccolta del sangue destinato alle trasfusioni, peraltro già in questa stagione solitamente rallentata.

Preoccupazioni, per esempio, nei centri trasfusionali di Caserta, la città nella quale due giorni fa – nell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano – è morta la prima vittima campana, proveniente da un Comune della provincia, Maddaloni.

Mancano informazioni puntuali e dettagliate, una selva di competenze

Sempre a Caserta, l’Asl locale non ha sul suo sito web alcuna notizia di informazione aggiornata sulle iniziative in atto per il West Nile, che comunque sono in corso con disinfestazioni e il posizionamento di trappole per zanzare in vaeri centri del territorio. E su un social seguito come Facebook dove ha circa 27mila followers, preferisce far scendere in secondo piano un videocartoon indirizzato alla prevenzione del West Nile per fare vetrina al suo direttore generale Amedeo Blasotti che encomia l’azienda per essere diventato in Campania Presidio Certificatore di Malattie Rare.

Un vertice in scadenza, Blasotti, prossimo a cedere la poltrona in un giro di poltrone organizzato in Regione dal governatore Vincenzo De Luca e, proprio per Caserta diventato un mezzo scandalo, dopo la notizia ufficiale dell’arrivo di un nuovo manager, che ha poi rinunciato per cedere il passo ad un altro che ancora non si è insediato.

Il racconto da un ospedale

All’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano il dottore Alfredo Matano, responsabile dell’organizzazione dei servizi e dell’igiene sanitaria, una pregressa esperienza con il Covid che tuttora segue nelle sue evoluzioni nei pazienti lì ricoverarti, sta monitorando, dopo il decesso dell’anziano avvenuto ieri, le condizioni di altri tre ricoverati over 70enni, due in Rianimazione e uno in Medicina d’urgenza (uno è quello morto nella mattinata odierna, ndr)

“Il virus – spiega – si presenta nell’80% dei casi con sintomi banali come quelli di una sindrome influenzale. In meno dell’1% dei casi sfocia in patologie neuroinvasive. Da un giorno acceleriamo internamente i test di conferma che prima dovevano interessare l’Iss”. Il segnale di un’attenzione che cresce e della necessità di interventi più rapidi ed efficaci per affrontare il virus.


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