Esteri

Witkoff incontra Putin al Cremlino. Trump: “Progressi”. E telefona a Zelensky

Il tycoon ha aggiornato gli alleati sui risultati della missione di Witkoff

di Ernesto Ferrante -


Il colloquio fra Vladimir Putin e Steve Witkoff al Cremlino è stato “utile e costruttivo”, secondo il Consigliere per la politica estera del Presidente russo, Yuri Ushakov. La Russia, ha aggiunto, “ha ricevuto alcuni segnali da Trump” e “ne ha inviati altri” in risposta. Putin e Witkoff hanno discusso, oltre che del conflitto in Ucraina, delle prospettive dello sviluppo di una “partnership strategica” fra Stati Uniti e Russia. L’incontro è durato circa tre ore. “Prevarrà il dialogo”, ha scritto su X l’inviato del Cremlino per gli investimenti esteri e direttore del Fondo per gli investimenti russo Kirill Dmitriev.

Il commento di Donald Trump

“Il mio inviato speciale, Steve Witkoff, ha appena avuto un incontro molto produttivo con il presidente russo Vladimir Putin. Sono stati fatti grandi progressi”, ha commentato su Truth Donald Trump. Nuova telefonata tra il presidente statunitense e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky. “Poi, ha proseguito nel post il tycoon, ho aggiornato alcuni dei nostri alleati europei. Tutti sono d’accordo sul fatto che questa guerra debba arrivare a una fine e lavoreremo per questo nei prossimi giorni e nelle settimane a venire”.

La presidenza russa starebbe valutando una proposta per mettere in pausa la campagna aerea contro l’Ucraina. Lo ha rivelato Bloomberg, citando fonti al corrente delle riflessioni in atto. Il documento prevede una limitata “tregua aerea”, con una pausa ai raid russi con droni e missili, ma solo se anche Kiev dovesse fare lo stesso. Per l’analista Sergei Markov, “Trump ha bisogno di un qualche regalo, di una concessione dalla Russia e una tregua aerea potrebbe essere questo genere di regalo”.

I dazi all’India possono incidere sulle relazioni Usa-Russia

Foriero di contrasti tra le due superpotenze, potrebbe essere invece l’ordine esecutivo firmato dal leader statunitense, che impone un’ulteriore tariffa del 25% all‘India come risposta al suo acquisto di petrolio russo. “Le azioni e le politiche del Governo della Federazione Russa continuino a rappresentare una minaccia enorme e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti”, si legge sull’ordine, il cui testo è stato diffuso dalla Casa Bianca. E ancora: “Ritengo necessario e appropriato imporre un dazio ad valorem, aggiuntivo sulle importazioni di prodotti provenienti dall’India, che importa direttamente o indirettamente petrolio dalla Federazione russa”.

La popolarità di Zelensky è in calo

La fiducia degli ucraini nel presidente Zelensky è scesa dal 65% di giugno al 58% di inizio agosto. L’importante flessione è emersa da un nuovo sondaggio pubblicato dal Kyiv International Institute of Sociology e commissionato all’istituto il 23 luglio, il giorno dopo che ha firmato la legge in materia di anticorruzione, scatenando proteste di massa.

Spaventato dalla pressione pubblica e dagli avvertimenti di Bruxelles, Zelensky ha cambiato rotta, dando il via libera il 31 luglio un nuovo provvedimento che ha ripristinato l’indipendenza dell’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) e della Procura specializzata anticorruzione (Sapo). Nonostante l’inversione di marcia, il consenso del presidente è stato intaccato. La percentuale di ucraini che non si fida di Zelensky è cresciuta dal 30% di giugno al 35% di agosto, portando il saldo complessivo da +35% a +23%.

Oltre 29.000 disertori sono tornati nelle Forze armate ucraine grazie a una legge, redatta in collaborazione con l’esercito, che garantisce loro l’amnistia in caso di rientro volontario.


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