17 giornalisti uccisi dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele
Secondo il rapporto annuale stilato da Reporter senza frontiere (Rsf), il numero di giornalisti uccisi in tutto il mondo – 45 secondo i dati raccolti dal 1 gennaio al 1 dicembre 2023 – è il più basso dal 2002, nonostante la guerra in Medio Oriente. 17 giornalisti sono stati uccisi nella guerra tra Israele e Hamas (di cui 13 a Gaza), durante la quale hanno perso la vita 63 giornalisti in totale (di cui 56 a Gaza) se includiamo anche i reporter uccisi in circostanze non legate alle loro funzioni. In tutto il mondo, 521 reporter sono attualmente detenuti per motivi legati alla loro professione (in calo dell’8,4% rispetto al 2022).
A quasi due mesi dall’inizio dell’invasione di Gaza, le vittime palestinesi sono 18.500 palestinesi, Israele ha perso 115 soldati e 1.200 persone sono state uccise da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. Il giorno più letale per le truppe israeliane è stato il 31 ottobre, con 15 soldati uccisi, mentre per i palestinesi è stato il 2 dicembre, con 700 vittime nell’arco di 24 ore.
Intanto mentre i massacri continuano, l’Onu chiede a gran voce un “cessate il fuoco umanitario immediato”: 153 voti a favore, 10 contrari e 23 astenuti tra cui l’Italia. Israele e Usa resistono coi loro ‘no’, ma vengono sempre più isolati nella comunità internazionale. Biden nel frattempo spinge Netanyahu ad acconsentire alla creazione di due Stati per porre fine al conflitto.
“Israele continuerà la guerra contro Hamas con o senza il sostegno internazionale”: lo ha detto il ministro degli Esteri Eli Cohen, secondo quanto riportano i media israeliani. “Un cessate il fuoco nella fase attuale è un regalo all’organizzazione terroristica Hamas e le consentirà di ritornare e minacciare i residenti di Israele”, ha aggiunto all’indomani dal voto schiacciante all’Assemblea generale dell’Onu in favore di una tregua a Gaza.
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