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L’ultima di Dibba in versione civica:  “Si fa un partito ma non cerco posti”

di Redazione -

ALESSANDRO DI BATTISTA ATTIVISTA POLITICO


 

Nel regno dell’antipolitica, basta togliere i panni del militante per diventare credibile. Ecco perchè Alessandro Di Battista, a differenza del Cancelleri di turno non si ricicla nel primo partitino a disposizione, ma indossa i sacri abiti del “civismo”. Quel modello, d’altronde, non può essere mai criticato. Nasce, quindi, “Schierarsi” che sarà uno strumento per costruire gruppi territoriali, costruire progetti comuni”. Ascoltando l’attivista predicare nella prima uscita di Marina di Massa, sembra quasi che l’associazione predichi un nuovo vangelo dell’attivismo. Si parla di struttura orizzontale, di partecipazione, scelte condivise. Una politica che non c’è più e che non ha nulla a che vedere con quella di chi invece intende riesumare la vecchia Dc. Lo stesso Dibba non sarà leader, ma semplicemente “megafono” di un popolo che non ha voce. “Parole come sostenibilità, pace, autodeterminazione dei popoli e lotta alla criminalità organizzata – spiega ai fedeli del nuovo credo pentastellato – rappresenteranno il cuore della nostra azione politica”. Parole affascinanti che non possono trovare il sostegno da parte di chi si adopera per la cosa pubblica.
C’è solo un interrogativo, però, che deve far riflettere: perché il nativo di Roma si impegna soltanto adesso? Perchè l’esperto di Sud America, si ricorda del suo passato per le strade e vuole tornare a fare quel capopopolo? La verità è una. Si avvicinano le europee e Giuseppe Conte, su suggerimento di Grillo, ha bisogno di volti diversi per rilanciare una forza in caduta libera nei sondaggi. L’effetto novità Schlein sta dando i suoi frutti in casa dem. Se i gialli vogliono essere competitivi, devono inventarsi qualcosa di altrettanto innovativo. Altrimenti saranno triturati dai vecchi rossi compagni, che certamente non si faranno rubare la sedia da chi ha imparato a cantare “Bella Ciao” qualche mese fa. Nelle difficoltà, la cosa più semplice, ma allo stesso tempo più amata, è recuperare il figliol prodigo cacciato. Richiamando a casa il dissidente umiliato e beffeggiato fino a ieri, qualcuno davvero potrà credere che le cose potranno cambiare. Il cammino, però, sarà tutto in salita: non sarà facile far passare l’ennesima bugia, anche se si tratta di persone spesso non sempre erudite, come i percettori del reddito di cittadinanza.

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