Israele cancella il post sul Papa, è polemica
Il ministero degli Esteri di Israele ha ordinato la rimozione immediata di tutti i post di cordoglio per la morte di Papa Francesco pubblicati dalle ambasciate israeliane nel mondo, generando un’ondata di malcontento e tensione diplomatica all’interno della rete diplomatica del Paese. Secondo quanto riportato dai media israeliani, la decisione ha colto di sorpresa numerosi ambasciatori, in particolare quelli accreditati nei Paesi a maggioranza cattolica, che hanno espresso indignazione per la gestione della vicenda e per l’assenza di spiegazioni da parte della sede centrale a Gerusalemme. I post in questione, pubblicati sugli account ufficiali delle missioni israeliane su X, contenevano semplici messaggi di condoglianze, come “Riposa in pace, Papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione”. Tuttavia, nel giro di poche ore, è arrivata una direttiva dal ministero che ne imponeva la cancellazione immediata, accompagnata dall’ordine di non firmare i libri di condoglianze aperti presso le ambasciate vaticane. Nessuna motivazione ufficiale è stata fornita, alimentando il malcontento tra i diplomatici. Alcuni ambasciatori, in conversazioni riservate sui canali interni del ministero, hanno espresso forte preoccupazione per le possibili ripercussioni sulla reputazione internazionale di Israele. “Abbiamo rimosso un tweet innocente, solo per le critiche che il Papa ha rivolto a Israele sulla guerra a Gaza”, ha affermato un diplomatico, riferendosi ai recenti appelli del Pontefice a favore della pace e alle sue parole di condanna verso le operazioni militari israeliane nella Striscia. Oltre al danno d’immagine, i funzionari a proposito del post di Israele cancellato lamentano anche una gestione opaca e confusionaria. “Ci è stato ordinato di cancellare i tweet senza spiegazioni. Quando abbiamo chiesto chiarimenti, ci è stato detto che la questione è ‘in fase di revisione’. Questo non è sufficiente né per noi né per le comunità che rappresentiamo”, ha affermato un ambasciatore. In un clima di silenzio istituzionale, solo il presidente Isaac Herzog ha preso pubblicamente posizione, esprimendo cordoglio per la scomparsa del Papa e augurandosi che “la sua memoria possa ispirare atti di gentilezza e speranza per l’umanità”. Al contrario, né il primo ministro Benjamin Netanyahu né il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar hanno commentato pubblicamente l’accaduto, alimentando ulteriormente il disagio all’interno del corpo diplomatico israeliano e lasciando spazio a speculazioni sulle vere ragioni dietro la decisione.
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