Rpo, il Registro che non funziona
Telefonate mute, telefonate sospette, telefonate da numeri fittizi o provenienti da Paesi stranieri, a che serve l’Rpo? I buchi quotidiani nella privacy di famiglie disturbate in ogni ora del giorno sul telefono di casa o di singoli cittadini inseguiti sul proprio cellulare sono qualcosa di più di un fenomeno di costume e dello scotto che deve essere pagato – lo abbiamo capito tutti – per rimanere “connessi” al mondo. Da tempo, per esempio, proseguono gli approfondimenti di giornalismo investigativo di IrpiMedia che raccontano “come funziona l’industria “mungi clienti” che ha incassato 240 milioni di euro e come funziona una rete di call center tra Israele ed Europa che gestisce piattaforme di trading online di 79 marchi diversi: una truffa, secondo i clienti. Oltre 26mila le presunte vittime”. Una tecnologia sempre più avanzata in mano a chi beatamente ignora norme e regolamenti comunitari e italiani, guadagnando milioni di euro sul versante criminale di questa economia e che comunque genera altri guadagni anche banalmente leciti bypassando le leggi e quanto in Italia si è provato, con strategie lentissime, a mettere in campo.
Uno dei dispositivi che non funziona è l’Rpo, il Registro Pubblico delle Opposizioni entrato in vigore all’epoca del governo Draghi in base a un Decreto firmato dal Capo dello Stato che premetteva al suo via una serie di norme pure addirittura risalenti al decennio precedente. L’allora Mise ne affidò la gestione alla Fondazione Ugo Bordoni oggi presieduta da una ex parlamentare leghista, Giovanna Bianchi Clerici. Una gestione per la quale non siamo riusciti a conoscere, attraverso il sito della Fondazione, il suo costo annuo. Il Registro dovrebbe tutelare la privacy di chi possiede un telefono, evitare il telemarketing selvaggio, favorire controlli e multe fino a 20 milioni di euro o per il 4% del fatturato cui dovrebbe badare il Garante della Privacy. L’anno scorso La Repubblica provò a rilevarne l’efficacia: 5 miliardi di numeri controllati ma pure la palese ammissione, da parte della stessa Fondazione Bordoni, circa un sistema che deve essere affinato, provando a resistere al tech favorito dall’intelligenza artificiale che sbaraglia tutto, anche l’ora inefficace acronimo del Registro.
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