Esteri

Zelensky conferma la sua presenza ai colloqui con la Russia in Turchia. Possibile anche l’arrivo di Trump

di Ernesto Ferrante -


Il possibile faccia a faccia tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin giovedì in Turchia e la durata dell’eventuale cessate il fuoco in Ucraina hanno tenuto banco in tutti i summit della giornata di ieri.

“Invitiamo le parti e incontrarsi il più rapidamente possibile ed iniziare il cessate il fuoco”, ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, nel corso di una conferenza stampa congiunta ad Ankara con i suoi omologhi di Siria e Giordania. Il ministro si è detto fiducioso sul fatto che le parti in conflitto “si incontreranno per raggiungere un compromesso nei prossimi giorni”.

Nel Paese di Erdogan, nel frattempo, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha annunciato lo scioglimento e la fine di oltre quattro decenni di lotta armata.

Alle speranze degli Usa, fanno da contraltare le minacce dell’Europa. “Penso che da questo incontro potranno venire buone cose”, ha affermato Donald Trump, parlando alla Casa Bianca. Il tycoon non ha escluso una sua incursione a sorpresa: “Non so dove sarò giovedì. Ho talmente tante riunioni, ma ho pensato di prendere l’aereo per andarci. C’è una possibilità, credo, se penso che possa succedere qualcosa”.

“Ho appena ascoltato la dichiarazione del presidente Trump. Parole molto importanti” e “naturalmente, tutti noi in Ucraina apprezzeremmo se il presidente Trump fosse con noi a questo incontro in Turchia. Questa è l’idea giusta. Possiamo cambiare molto”, ha risposto Zelensky su X, sottolineando di sostenere l’idea del presidente Usa di un “cessate il fuoco pieno e incondizionato – lungo abbastanza da gettare le basi per la diplomazia”.

“Ho sostenuto l’idea del presidente Trump di colloqui diretti con Putin. Ho espresso apertamente la mia disponibilità a incontrarci. Sarò in Turchia. Spero che i russi non si sottraggano all’incontro”, ha ribadito il leader ucraino, precisando che il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, può ospitare un incontro “al livello più alto”.

Totalmente diversi i toni della Germania. Mosca, secondo Berlino, deve accettare subito un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni in Ucraina, altrimenti “saranno messe in moto” strategie per imporre nuove sanzioni. A lanciare l’avvertimento è stato Stefan Kornelius, portavoce del governo tedesco.

Per la portavoce per gli Affari Esteri dell’Ue Anitta Hipper, occorre “continuare a fare pressione sulla Russia: Vladimir Putin fa giochetti, non ci si può fidare di lui”. La Federazione russa, ha proseguito Hipper, “deve rispondere chiaramente”, perché “un cessate il fuoco è necessario perché possano avere luogo colloqui di pace”.

Dello stesso avviso è la premier italiana Giorgia Meloni: “Ora attendiamo una chiara risposta russa alla richiesta di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, che l’Ucraina ha accettato, con una risposta immediata”.

Con il premier greco “abbiamo condiviso l’impegno che l’Italia e la Grecia da sempre non fanno mancare per la pace, questo vale ovviamente prima di tutto per l’Ucraina, a fianco della quale entrambi siamo stati fin dall’inizio e saremo fino alla fine. L’Italia ribadisce il sostegno agli sforzi per una pace giusta e duratura, che non può precedere da garanzie di situazioni efficaci per Kiev”, ha aggiunto Meloni al termine del vertice intergovernativo Italia-Grecia di villa Pamphilj insieme al primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis.

In vista del possibile colloquio tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky in Turchia, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, a margine della riunione Weimar+ a Londra, ha rimarcato l’urgenza del dialogo diretto tra “le parti in conflitto”: “Sono soprattutto le due parti in conflitto che si devono confrontare, poi ci sono gli Stati Uniti che stanno sostenendo l’accordo”.

La Russia non è disposta ad accettare imposizioni di alcun tipo. “Il linguaggio degli ultimatum è inaccettabile per la Russia, non conviene. Non ci può parlare in questo modo alla Russia”. Questo il commento del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, alle pressioni esterne.


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