Economia

I dazi bussano due volte, arrivano le lettere di Trump

C’è posta per te, anzi per i governi di (quasi) tutti i Paesi del mondo: Donald Trump, da Abu Dhabi, ha annunciato di voler inviare lettere ai governi per chiarire, una volta e per tutte, in che termini gli Usa sono disposti a fare affari con ogni Stato. “In questo momento abbiamo 150 Paesi che vogliono fare accordi ma non possiamo vederli tutti”, ha dichiarato Trump. Che ha pronta una soluzione: “Nelle prossime due o tre settimane invieremo loro lettere con i piani tariffari”. Ovvero per dirla meglio e con le parole dello stesso tycoon per comunicare loro “quanto gli costerà fare affari con gli Stati Uniti”. Della vicenda non si occuperà Trump in prima persona. Le lettere, già pronte per essere affrancate e spedite, saranno inviate dal Segretario al Tesoro Scott Bessent, dal Segretario al Commercio Howard Lutnick e dal suo consigliere per il Commercio Kevin Hassett. Ora occorrerà capire a chi e quando arriveranno le comunicazioni. Chissà, magari si tratta di una soluzione che può rivelarsi utile a snellire e guadagnare tempo nella trattativa con gli Stati più piccoli. Ma pare evidente che coi grandi Paesi, dalla Cina fino all’Ue, non basterà cavarsela con una raccomandata. Intanto, in attesa delle lettere di Trump, della tregua dei dazi siglata con Pechino stanno beneficiando più o meno tutti. “La riduzione bilaterale dei dazi tra Stati Uniti e Cina offre un sollievo a breve termine per i mercati emergenti, dato che il conseguente calo dell’avversione al rischio e della volatilità migliora il contesto dei mercati finanziari per gli emittenti Em”, riferisce in un commento l’agenzia di rating Standard & Poor’s. Secondo cui, “tuttavia, nonostante questo allentamento sui dazi, permane un’elevata incertezza riguardo alla politica commerciale statunitense, poiché continuano i negoziati tariffari bilaterali con altri Paesi. Questa sola incertezza potrebbe continuare a frenare gli investimenti nei mercati emergenti”.