Esteri

Usa-Sudafrica: quei rifugiati “cattivi” che non piacciono agli accoglienti

di Ernesto Ferrante -


I rifugiati non sono tutti uguali per il mainstream. Esistono quelli “meritevoli” di protezione internazionale e quelli invece che non sono in possesso dei requisiti “giusti”, in base al colore della pelle e al Paese di provenienza.

Donald Trump, al centro di aspre critiche per aver sospeso i programmi di accoglienza indiscriminata, è bersagliato anche per la volontà di dare asilo ai primi rifugiati bianchi dal Sudafrica.

Stando alle rivelazioni del New York Times, l’amministrazione statunitense ha predisposto un piano per dare ospitalità agli “afrikaners” vittime di “discriminazione razziale”. Secondo un memo del dipartimento per la Sanità ottenuto dal Times, alti funzionari daranno il benvenuto all’aeroporto di Washington ai discendenti degli olandesi, francesi ugonotti e tedeschi. Per loro sono stati accelerati i tempi per ottenere il visto per entrare negli Usa. Dai 18-24 mesi “canonici”, si passa a non più di tre.

Sin dal suo nuovo insediamento alla Casa Bianca, Trump ha accusato il governo sudafricano di “esproprio delle terre” e “genocidio” dei bianchi, riferendosi alla nuova legge agraria adottata da Pretoria, l’Expropriation act 13, che disciplina l’espropriazione di proprietà private per scopi pubblici o nell’interesse pubblico, sostituendo l’Expropriation act 63 approvato nel 1975, all’epoca dell’apartheid.

Il pacchetto normativo prevede l’esproprio di terreni per la realizzazione di infrastrutture pubbliche o di riforme agrarie che garantiscano un accesso più equo ai campi. Nel testo si parla di un equo indennizzo per i proprietari in base al valore della proprietà, al suo utilizzo e al contesto storico.

Si contempla però anche la possibilità di un esproprio senza alcun corrispettivo nel caso di terreni abbandonati, non produttivi o che si ritengono acquisiti “illegalmente” durante l’apartheid.

Gli agricoltori temono che possa ripetersi quanto avvenuto in Zimbabwe dove nel 2000, per effetto di una discussa riforma, sono stati occupati abusivamente terreni coltivati, con il conseguente crollo dell’economia locale.

Un team statunitense si è recato nella capitale sudafricana per valutare oltre 8mila richieste, ha rivelato ancora la testata. Sarebbe anche già stato identificato il primo gruppo di 100 potenziali aventi titolo che ora potranno accedere al programma finanziato con i fondi del dipartimento di Stato.

Il governo del Sudafrica “ha espresso preoccupazione” agli Stati Uniti per le notizie riguardo gli afrikaners. In una dura nota del ministero degli Esteri, si ribadisce che “le accuse di discriminazione sono infondate”.

“La cosa più deplorevole è che l’accoglienza dei sudafricani negli Stati Uniti nei panni di rifugiati ha obiettivi interamente politici ed è tesa a mettere in dubbio la democrazia costituzionale del Sudafrica”, continua la dichiarazione, che spiega come l’esecutivo abbia manifestato la sua “preoccupazione per le notizie che gli Stati Uniti hanno iniziato a prendere in considerazione presunti rifugiati dal Sudafrica”.


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