Editoriale

Dura la vita della democrazia in Romania

di Adolfo Spezzaferro -


La storia infinita delle elezioni in Romania. George Simion, candidato della destra sconfitto al secondo turno delle presidenziali di domenica scorsa, ha presentato una richiesta formale alla Corte costituzionale per l’annullamento del voto. Stavolta le “ingerenze esterne” che Simion ha denunciato arrivano dalla Francia di Macron e altri “complici”. Le elezioni erano state convocate una seconda volta dopo che la Corte costituzionale aveva annullato l’esito del primo turno di novembre vinto dal candidato di destra Calin Georgescu (inviso a Bruxelles), accusato di non aver denunciato fonti di finanziamento usate per promuovere la sua candidatura sui social. Simion ha imparato bene la lezione e ha precisato che le sue motivazioni “sono le stesse” di quelle che hanno annullato il voto: ingerenze esterne. Il politico sostiene di avere “prove irrefutabili. Un’operazione orchestrata volta a manipolare le istituzioni. Orientare la narrazione mediatica e imporre un risultato che non riflette la volontà sovrana del popolo rumeno”. Dura la vita per la democrazia, (solamente?) in Romania.


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