Esteri

Gaza: stallo nei negoziati. Francia, Uk e Canada accusano Netanyahu

di Ernesto Ferrante -


Sono almeno 87 i morti nella Striscia di Gaza a causa delle operazioni militari condotte da Israele nelle scorse 24 ore. Il bilancio di sangue continua ad aggravarsi giorno dopo giorno. Dal 7 ottobre 2023, si conterebbero 53.573 morti e 121.688 feriti.

“Divergenze fondamentali” tra Israele e Hamas stanno bloccando i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar. “Le tornate negoziali che si sono svolte a Doha nelle ultime settimane, purtroppo, non hanno portato ad alcun risultato, perché esiste una divergenza fondamentale tra le due parti”, ha spiegato Al Thani, intervenendo a un forum economico nella capitale qatariota.

“Una delle parti è alla ricerca di un accordo parziale, mentre l’altra punta a porre fine alla guerra. Non siamo riusciti a colmare questa divergenza fondamentale con nessuna delle proposte che abbiamo presentato”, ha ammesso il premier, secondo cui la nuova offensiva di Tel Aviv, denominata “Carri di Gedeone”, “ritarderà la conclusione diplomatica del conflitto e comporterà soltanto un aumento del bilancio delle vittime, sia tra i palestinesi sia tra gli ostaggi”.

“Netanyahu ha bloccato qualsiasi progresso verso il cessate il fuoco” a Gaza, ha dichiarato una fonte di Hamas citata a condizione di anonimato dal giornale del Qatar “Al-Araby Al Jadeed”. Da sabato, “i mediatori di Egitto e del Qatar non stanno incontrando la delegazione israeliana”, ha aggiunto l’informatore.

Israele andrà “avanti fino alla vittoria totale” sul movimento di resistenza islamica e “non si fermerà fino a quando gli ostaggi non verranno rilasciati, Hamas deporrà le armi, i suoi leader assassini verranno esiliati e Gaza sarà smilitarizzata. Nessuna nazione può pretendere di accettare qualcosa di meno e Israele certamente non lo farà”, ha risposto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla richiesta di Gran Bretagna, Francia e Canada di mettere fine ai raid, invitando “tutti i leader europei a seguire l’esempio di Trump” nel sostenere Israele. E accusando i tre Paesi di “ricompensare Hamas”.

“Non resteremo a guardare mentre il governo Netanyahu persegue queste azioni atroci”, hanno affermato il presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer e quello canadese Mark Carney. “Se Israele non cessa la nuova offensiva militare e non revoca le restrizioni sugli aiuti umanitari, adotteremo ulteriori misure concrete in risposta”, hanno avvertito i tre leader.

Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, l’esponente dell’estrema destra Itamar Ben Gvir, è tornato a criticare la ripresa degli aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia dopo che le Nazioni Unite hanno fatto sapere di essere state autorizzate da Israele a far entrare “circa 100” camion.

Ben Gvir ha lamentato che i viveri entrano “mentre i nostri ostaggi continuano a essere trascinati attraverso i tunnel”, osservando che “non c’è modo di garantire che non finiscano nelle mani degli assassini di Hamas”.

Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, annuncerà al Parlamento “la sospensione formale” dei negoziati per l’accordo di libero scambio con Israele, “con effetto immediato”. Lo ha reso noto il governo britannico, sottolineando che, sebbene resti in vigore l’attuale accordo commerciale, “non è possibile portare avanti le discussioni su un nuovo e potenziato accordo di libero scambio con un governo Netanyahu che sta perseguendo politiche vergognose in Cisgiordania e a Gaza”.

Il ministro per il Medio Oriente, Hamish Falconer, ha convocato al Foreign Office l’ambasciatrice israeliana a Londra, Tzipi Hotovely, per esprimerle l’opposizione del governo “all’escalation totalmente sproporzionata delle attività militari a Gaza” e rimarcare che “il blocco di 11 settimane degli aiuti a Gaza è stato crudele e indifendibile”.

Stoccolma chiederà all’Ue sanzioni contro alcuni ministri israeliani per il trattamento inumano riservato alla popolazione palestinese.


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