Economia

Caltagirone sfida Mediobanca su Generali

di Redazione -


Si accende lo scontro tra il gruppo Caltagirone e Mediobanca sull’operazione di acquisizione di Banca Generali. Al centro del contendere, l’offerta pubblica di scambio (OPS) promossa da Piazzetta Cuccia, che sarà sottoposta al voto dell’assemblea degli azionisti il prossimo 16 giugno. Ma per Caltagirone, attraverso la controllata VM 2006 Srl, non ci sono ancora le condizioni per procedere: mancano, secondo l’imprenditore romano, informazioni fondamentali sugli accordi strategici che dovranno legare Mediobanca, Banca Generali e Generali, rendendo il voto dei soci una “delegazione in bianco”. Il Cda di VM 2006, riunitosi per esaminare la documentazione pubblicata da Mediobanca in vista dell’assemblea, ha sollevato pesanti riserve: “L’informazione disponibile è assolutamente incompleta e gli elementi strutturali dell’offerta sono tuttora indeterminati, anche dal punto di vista economico”. Il nodo principale riguarda i futuri accordi di distribuzione nell’asset management e nella bancassurance, ritenuti “essenziali per la fattibilità dell’operazione”. Secondo VM 2006, senza conoscere questi accordi – che regoleranno i rapporti tra Generali e Banca Generali – non è possibile valutare l’impatto dell’operazione, né per gli azionisti né per il mercato. In particolare, preoccupa la perdita del marchio Generali da parte di Banca Generali e l’incertezza su quale gruppo (Generali, Mediobanca o Mps) controllerà la società post-fusione. La richiesta è chiara: rinviare l’assemblea fino a quando tutti i dettagli contrattuali saranno definiti, per evitare “contestazioni” e conflitti d’interesse e garantire una scelta realmente informata da parte dei soci. VM 2006 si rivolgerà anche alla Consob, chiedendo che vigili affinché il mercato sia messo a conoscenza in modo “pieno, integro e tempestivo”. Da Piazzetta Cuccia, però, arriva una netta difesa della tempistica adottata. Fonti vicine a Mediobanca parlano di una scelta fatta “nell’interesse della trasparenza” verso mercato, autorità e Generali. “Non è chiaro – osservano – perché il Leone dovrebbe avviare una negoziazione senza alcuna certezza che i soci approvino l’offerta”. Inoltre, la competenza sugli accordi distributivi non spetta all’assemblea ma al consiglio di amministrazione, in linea con quanto previsto dalla passivity rule. Il patto di Mediobanca si riunirà nelle prossime ore per esprimersi sull’operazione: atteso un via libera con l’eccezione del gruppo Gavio. Resta incognita invece la posizione di Delfin, che potrebbe disertare o astenersi. Nel frattempo, il TAR del Lazio inizierà l’esame del ricorso presentato da Unicredit contro il golden power sull’offerta per Banco BPM. Una decisione potrebbe arrivare nei prossimi giorni, ma non è escluso che il tribunale decida di rinviare l’udienza al merito.


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