Attentato suicida dell’Isis a Damasco: almeno 20 morti
L'Isis continua le sue violenze alle comunità religiose in una Siria incointrollata
Attentato suicida nella chiesa greco-ortodossa di Sant’Elia, situata nel quartiere di Dwelah a Damasco, capitale della Siria. Un attentatore affiliato ad un gruppo terroristico dello Stato Islamico è entrato nella chiesa durante la messa domenicale di ieri sera, ha aperto il fuoco contro i fedeli e poi si è fatto esplodere con una cintura esplosiva, causando almeno 20-22 morti e oltre 50 feriti. L’esplosione ha semidistrutto l’edificio sacro e provocato gravi danni materiali.
I morti, i feriti, i danni
I soccorsi sono intervenuti rapidamente con ambulanze e personale medico per evacuare i feriti e assistere le vittime. Le immagini diffuse mostrano scene di caos e distruzione all’interno della chiesa. L’attentato rappresenta un duro colpo per la comunità cristiana di Damasco, già fragile e bersaglio di violenze jihadiste. A Damasco, e più in generale in Siria, la comunità è significativamente diminuita a causa del conflitto iniziato nel 2011. Prima della guerra, i cristiani in Siria erano circa 2 milioni, comprendendo cattolici, ortodossi e protestanti; oggi si stima che siano scesi a circa 500mila fedeli su tutto il territorio nazionale. I cattolici, invece, rappresentano circa il 2% della popolazione siriana, circa 360mila persone appartenenti a diverse tradizioni liturgiche e culturali.
L’Isis in Siria
È il primo attacco suicida di questo tipo nella capitale siriana da quando, lo scorso dicembre, una coalizione ribelle a guida islamista ha deposto il regime di Bashar al-Assad. L’Isi è oggi in Siria una minaccia persistente, anche se non controlla più territori significativi come nel passato. Dopo la caduta del regime di Assad nel 2024 e l’instabilità politica conseguente, ha intensificato le sue attività terroristiche, sfruttando la debolezza delle nuove autorità e la frammentazione delle forze armate nel paese. Il gruppo mantiene circa 3mila combattenti in Siria e Iraq, con cellule attive soprattutto nelle regioni orientali e centrali della Siria, dove conducono attacchi come l’attentato suicida odierno.
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