Cinese arrestato a Malpensa: per gli Usa spiava Warp Speed
Era ricercato dal novembre 2023, tre anni prima una rete di hacker aveva spiato i laboratori del Texas
Un cittadino cinese di 33 anni è stato arrestato giovedì scorso, 3 luglio, all’aeroporto di Malpensa, in esecuzione di un mandato di cattura emesso dagli Stati Uniti su richiesta dell’Fbi. L’uomo è accusato di far parte di un gruppo di hacker coinvolto in operazioni di spionaggio informatico, in particolare per aver tentato di sottrarre informazioni riservate sui vaccini anti-Covid sviluppati presso l’Università del Texas nel 2020. Una notizia filtrata solo oggi: domani è fissata un’udienza in Corte d’Appello a Milano nel procedimento sulla richiesta di estradizione degli Usa.
Le accuse al 33enne cinese
Le accuse specifiche mosse dagli Stati Uniti includono per lui – era ricercato a livello internazionale su mandato d’arresto, emesso il 2 novembre 2023, dal Distretto meridionale del Texas del Tribunale distrettuale degli Usa – frode telematica, furto di identità aggravato, associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica, accesso non autorizzato a computer protetti e spionaggio industriale. La pena massima prevista per questi reati può arrivare fino a 20 anni di carcere.
L’estradizione negli Usa
Attualmente, il 33enne è detenuto nel carcere di Busto Arsizio in provincia di Varese, ed è difeso dall’avvocato Enrico Giarda. È in attesa dell’udienza fissata per domani presso la Corte d’Appello di Milano, che dovrà decidere sulla richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti, una procedura che potrà impegnare i giudici italiani per giorni. La famiglia dell’uomo sostiene che si tratti semplicemente di un tecnico informatico e respinge con forza le accuse di spionaggio.
Il cinese nella rete di spionaggio contro Warp Speed
Nel 2020, in Texas si trovavano laboratori universitari e centri di ricerca impegnati nello sviluppo di vaccini contro il Covid nell’ambito dell’Operazione Warp Speed, un programma statunitense lanciato a maggio 2020 per accelerare la ricerca, sviluppo e produzione di vaccini e terapie contro il coronavirus. Un programma che ha coinvolto diverse aziende farmaceutiche e istituti di ricerca, con l’obiettivo di produrre e distribuire rapidamente vaccini efficaci.
L’inchiesta su spionaggio straniero ai vaccini in lavorazione è nata perché gruppi di hacker, presumibilmente legati a Stati esteri, avrebbero tentato di accedere illegalmente a dati riservati relativi a queste ricerche, in particolare per sottrarre informazioni sui vaccini in fase di sviluppo.
L’Operazione Warp Speed, avviata nel maggio 2020 dall’amministrazione Trump, fu una partnership pubblico-privata con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini, terapie e test diagnostici contro il Covid. Grazie a un finanziamento iniziale di circa 10 miliardi di dollari, il programma sostenne simultaneamente diversi candidati vaccinali e favorì la produzione di massa anche prima delle approvazioni ufficiali, riducendo così drasticamente i tempi di disponibilità dei vaccini.
Il risultato principale è stato un’accelerazione senza precedenti nella ricerca e nella produzione di vaccini efficaci, con almeno quattro dei sei progetti finanziati che hanno portato a vaccini utilizzati su larga scala (tra cui Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson). L’operazione ha anche previsto una stretta collaborazione tra agenzie federali come FDA, CDC, NIH e il Dipartimento della Difesa, oltre a garantire la sicurezza informatica delle infrastrutture coinvolte.
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