Incendi alle pompe, il rischio c’è sempre
Alle cronache da settimane, gli incendi e le esplosioni nei distributori di carburante in Italia, dopo la tragedia consumatasi a Roma in un distributore di benzina e gpl in via dei Gordiani, che ha causato circa un morto e 35-40 feriti, tra residenti, passanti e forze dell’ordine.
I numeri
In Italia ci sono oltre 21.600 distributori di carburante, di cui circa 4.500 erogano Gpl. La normativa vigente impone distanze minime tra gli impianti e le abitazioni, nonché tra distributori e strutture sensibili come scuole e ospedali, con regolamenti nazionali, regionali e comunali che tengono conto di tipologia di carburante e densità abitativa.
Ad esempio, è previsto che nel raggio di 50 metri dagli impianti non vi siano assembramenti di persone, e che i distributori siano ubicati preferibilmente in zone a bassa densità abitativa.
Le norme di sicurezza e contro gli incendi
Norme che frequentemente non vengono osservate. Nonostante le regole, in molte grandi e piccole città italiane, inclusa Roma, distributori e depositi di carburante sono vicini a scuole, abitazioni e aree densamente popolate.
Le ragioni, in una urbanizzazione storica e nella mancanza di pianificazione aggiornata: molte aree urbane si sono sviluppate attorno a impianti già esistenti, che in passato erano situati in zone meno popolate.
Ma pure nella necessità di garantire una capillare distribuzione di carburanti, soprattutto in città e porti, che ha condotto a mantenere impianti anche in posizioni non ideali. Insomma, in alcuni casi le normative non sono pienamente applicate o aggiornate, e le autorizzazioni possono essere state concesse in passato senza considerare gli attuali standard di sicurezza.
Il caso di Napoli
Emblematico, come L’identità ha già raccontato, il caso di Napoli, ove nella zona portuale la presenza di depositi di carburante vicino a zone abitate è ancora una realtà. Motivi storici e logistici, che rappresentano da decenni un rischio riconosciuto, con le autorità locali e nazionali che non sono riuscite a trovare una soluzione per bilanciare sicurezza e esigenze di rifornimento.
Dal direttore centrale prevenzione incendi dei Vigili del Fuoco, Giampietro Boscaino, una paradossale ammissione: il rischio zero non esiste.
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