Ambiente

Simone Togni Presidente ANEV: prospettive e Criticità dell’Eolico in Italia

di Marco Montini -


Simone Togni è presidente dell’ANEV, Associazione Nazionale Energia del Vento, nata nel luglio 2002 che vede riunite oltre 120 aziende che operano nel settore eolico e oltre 5mila soggetti, tra cui produttori e operatori di energia elettrica e di tecnologia, impiantisti, progettisti, studi ingegneristici e ambientali, trader elettrici e sviluppatori che operano nel rispetto delle norme e dei regolamenti Associativi. Con Togni abbiamo parlato dell’eolico in Italia, facendo un bilancio del presente e una analisi delle prospettive del futuro.

Presidente, su quali temi ambientali state concentrando la vostra azione in questo periodo storico?

“L’attenzione dell’ANEV, Associazione Nazionale Energia del Vento, al momento si sta rivolgendo alle tensioni geopolitiche relative ai costi dell’energia e delle materie prime per produrre energia elettrica, ed a come le rinnovabili possano rispondere a questa esigenze svincolando il nostro Paese della dipendenza energetica dall’estero riducendo i costi della bolletta. Svincolare il prezzo di produzione delle singole fonti, come oggi è grazie ai meccanismi di aste per le Fonti Rinnovabili, consente infatti di risparmiare molti soldi nella bolletta energetica e inoltre risponde alle esigenze di crescita occupazionale e industriale. Produrre energia con l’eolico infatti, consente di non essere sottoposti alla necessità di importare Materie prime per la produzione di energia e di poter assicurare energia pulita e costante, senza impatto sull’ambiente, a prezzi assolutamente contenuti”.

 Può farci un quadro della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare l’eolico, che è il vostro core business? Come sta messa l’Italia?

L’energia eolica in Italia oggi è pari a circa il dieci percento della produzione elettrica nazionale e questo sommato al contributo delle altre Rinnovabili consente all’Italia di essere arrivata a coprire oltre il quarantacinque percento di produzione complessiva solo con le FER. Il nostro Paese tuttavia ha come obiettivo, entro il 2030, di raddoppiare la produzione elettrica da fonte eolica e di proseguire il percorso con un ulteriore crescita dell’eolico al 2040 che dovrebbe portare a triplicare l’attuale potenza installata. Questo sarà possibile grazie all’apporto dei nuovi impianti, al rinnovamento di quelli esistenti e all’eolico marino che ha un potenziale molto significativo. Questo percorso di crescita dell’eolico dovrà contribuire poi al raggiungimento, entro il 2050, di una completa decarbonizzazione del sistema elettrico nazionale”.

Quanto può dare ancora l’energia del vento per lo sviluppo energetico del paese? A livello legislativo, a suo parere, come si può intervenire?

“L’apporto che l’energia del vento può dare al Paese è molto significativo in termini energetici, poiché sfruttando tutto il potenziale su terraferma con impianti di nuova realizzazione o con rinnovamento di quell’esistenti e sviluppando l’eolico in mare con tecnologie tradizionali e con quelle flottanti potremmo arrivare a superare il trenta per cento della produzione nazionale solo con questa fonte pulita. Tuttavia a livello legislativo è necessario dare certezza a quelli che sono i processi autorizzativi che portano questi impianti ad essere autorizzati, dopo aver verificato la piena compatibilità ambientale con le normative esistenti. L’obiettivo deve essere quello di far sì che le tempistiche previste dalle norme siano poi rispettate e che un impianto eolico nella realtà dei fatti impieghi per completare un processo autorizzativo i tempi previsti. Infatti il problema oggi è che un processo autorizzativo completo per un impianto eolico dura anche oltre cinque anni mentre la normativa prevederebbe che si dovrebbe concludere entro circa due anni”.

Da qualche anno in Italia il mercato dell’eolico sta facendo i conti con un fenomeno molto particolare, ossia quello della saturazione virtuale della rete elettrica, con ricadute importanti in termini di sviluppo dei progetti. Può spiegare meglio?

“Il tema della saturazione virtuale della rete è un tema estremamente delicato da affrontare, in quanto da un punto di vista politico si è sollevato una questione sul tema che si ritiene critico ed per il quale si ritiene indispensabile intervenire con un provvedimento normativo al fine di ridurre le domande di connessione pendenti che sono arrivate a numeri assai importanti. Tuttavia, si ben si analizza la questione, che proprio perché virtuale così va trattata, e non come se fosse una saturazione irreale della rete. Infatti molti dei progetti che sono stati presentati negli anni sono insistenti nelle stesse aree e quindi per loro natura alternativi tra loro e questo primo elemento già di per sé fa cadere un certo numero di quelle iniziative. In secondo luogo vi sono delle iniziative obsolete per le quali sono state presentate richieste di connessione ormai molti anni fa e che oggi non sono più concorrenziali da un punto di vista economico per poter essere realizzati. Infine se pure si realizzasse tutto il restante dei progetti che dovesse rimanere questo sarebbe un risultato positivo per il Paese poi che consentirebbe la realizzazione impianti eolici e fotovoltaici che garantiscono una produzione rinnovabile e quindi amica dell’ambiente e del clima e soprattutto a prezzi più bassi di quelle oggi fatte con il gas. Quindi. A nostro modo di vedere sarebbe più logica affrontare il tema della saturazione virtuale della rete, cercando di velocizzare le procedure di autorizzazione dei procedimenti autorizzativi esistenti che, proprio poiché durano troppo tempo, quasi il doppio di quello previsto dalla legge, alla fine vanno ad accumularsi creando la situazione attuale”.

*Presidente, eolico domestico: quanto costa e a chi conviene?

“L’eolico domestico è una tecnologia interessante che tuttavia fatica ad affermarsi nelle città perché ha delle caratteristiche impiantistiche particolari, infatti un aerogeneratore ha dimensioni importanti anche se mini, fino ad alcune decine di metri, e necessita anche di un’analisi anemologica che costa tempo e denaro. Infatti spesso nei centri abitati, a causa dei palazzi e degli alberi vicini, difficilmente si ha una ventosità interessante, tuttavia invece queste applicazioni sono molto interessanti per applicazioni stand-alone cioè lontani dalle reti di distribuzione e quindi per esempio in agriturismi e baite montane o anche nelle imbarcazioni, dove accoppiate sistemi di accumulo funzionano benissimo e consentono di avere l’energia elettrica necessaria a coprire i consumi”.


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