Paludi per fermare Putin, i piani di Finlandia e Polonia
E' un'idea dei Paesi del fianco orientale della Nato
Gli esiti della battaglia di Irpin
Difesa e clima: con questo duplice ed insolito obiettivo i Paesi del fianco orientale della Nato stanno valutando il ripristino delle paludi lungo i confini russi. Lo rivela Politico. Progetti cui guarderebbero Finlandia e Polonia, un’iniziativa che in qualche modo si coniuga con lo Scudo Orientale programmato da Varsavia stimando un investimento necessario di 10 miliardi di zloty.
Le paludi ai confini russi
Quelle più rilevanti ai confini russi sono le Paludi del Pripjat, grandi aree umide situate lungo il fiume Pripjat che si estendono tra Bielorussia meridionale e Ucraina nord-occidentale, conosciute anche come paludi di Pinsk o di Rokitno. Coprono una superficie di circa 98mila e 400 chilometri quadri e si trovano nella regione storica della Polesia, che si estende entro i confini di Bielorussia, Ucraina, con piccole parti in Polonia e Russia occidentale.
Sono caratterizzate da fitte vegetazioni, stagni e ruscelli, e durante le stagioni piovose o di scioglimento delle nevi la loro superficie aumenta sensibilmente, creando ampie inondazioni.
Storicamente note per essere impraticabili per i grandi eserciti, condizionando quindi le strategie militari nella regione, sono state protagoniste di eventi militari fin dall’antichità, con popolazioni rifugiate al loro interno per sfuggire a minacce esterne, dal periodo romano alla Seconda guerra mondiale. Dal 1872, in parte, aree di bonifica.
Nel 2022, il primo stop ai russi nel conflitto in corso: la battaglia di Irpin
Il fiume Irpin fu zona chiave degli interventi militari nei primi momenti dell’invasione russa in Ucraina del 2022. Vi si svolse una battaglia durata un mese, che servì a frenare le truppe di Mosca. Fin dal 25 febbraio 2022, subito dopo l’occupazione russa di Hostomel e dell’aeroporto Antonov, le truppe russe avanzarono verso le città di Buča e Irpin, con l’obiettivo di circondare Kiev, la capitale.
Mentre Buča cadde rapidamente, Irpin oppose una resistenza significativa.
Proprio il 25 febbraio, un piccolo gruppo russo tentò di occupare Irpin senza attendere rinforzi e venne bloccato da un’imboscata ucraina presso il fiume. Nei giorni successivi, il 27 febbraio, un reggimento russo sfondò le difese e entrò nella città, ma subì pesanti perdite tra cui la distruzione di veicoli corazzati e soldati uccisi.
L’8 marzo, Irpin subì pesanti bombardamenti che causarono numerose vittime civili, ma il 28 marzo l’esercito ucraino riuscì a riconquistare la città, costringendo i russi a ritirarsi.
Importante fu anche l’interruzione di collegamenti strategici, come la distruzione di un ponte tra Irpin e Buča ordinata dal sindaco ucraino, e le inondazioni causate dal bombardamento di una diga russa che ostacolarono ulteriormente l’avanzata nemica.
Da qui, il valore di terreni resi paludosi quale strumento di difesa.
Lo Scudo Orientale della Polonia
Il progetto della Polonia punta proprio a creare una linea difensiva ed è in costruzione lungo circa 800 chilometri di confine con Bielorussia e l’enclave russa di Kaliningrad, con l’obiettivo di ostacolare un’eventuale invasione russa via terra.
Da completare entro il 2028, combina trincee, bunker, fossati anticarro, strisce di terreno minate con l’utilizzo di ostacoli naturali esistenti: foreste, paludi, fiumi e scarpate.
La riforestazione e il ripristino di torbiere sono parte integrante della strategia, poiché le aree umide possono fungere da barriere naturali di difficile attraversamento per truppe nemiche, integrando così le strutture artificiali.
Il costo stimato del progetto è di circa 10 miliardi di zloty polacchi, equivalenti a 2,3 miliardi di euro. I finanziamenti provengono in parte da risorse nazionali polacche e da fondi dell’Unione Europea.
Inoltre, la Banca Europea per gli Investimenti ha approvato un finanziamento di un miliardo di euro a supporto del progetto. Un investimento che è concepito come una deterrenza forte e un rafforzamento della capacità difensiva non solo della Polonia ma dell’intero fianco orientale della Nato e dell’Europa.
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