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Roma segue Bologna: “Città 30” per diminuire i morti sulle strade

di Eleonora Ciaffoloni -


Da settembre il cuore di Roma cambierà volto: il Centro storico sarà trasformato in una grande “Zona 30”, con il limite massimo di velocità fissato a 30 chilometri orari. La misura, già approvata in delibera e in attesa delle ultime firme, rappresenta il primo passo di un progetto ambizioso che mira a rivoluzionare la mobilità della Capitale e a ridurre drasticamente il numero di incidenti e di vittime sulle strade.

Roma a 30 all’ora e le novità, Patané: “Abbiamo emergenza stradale”

“Abbiamo un’emergenza in materia di sicurezza stradale” spiega l’assessore alla Mobilità Eugenio Patané: “Gli incidenti sono aumentati e servono provvedimenti incisivi per diminuire le vittime. Roma diventerà una città a 30 all’ora, almeno in alcune aree strategiche”. Ma le novità in arrivo non si limitano al centro. Sessanta nuovi autovelox saranno installati entro l’autunno e si aggiungeranno ai venti già in uso dalla Polizia locale. Verranno collocati in punti particolarmente critici, come la Tangenziale Est all’altezza dei Campi Sportivi, via Isacco Newton e via del Mare, dove sarà finalmente attivato il tutor mai entrato in funzione. A novembre scatterà inoltre il controllo semaforico con i “Vista Red”, undici dispositivi già montati nei principali incroci della città, destinati a sanzionare chi attraversa con il rosso. Altri quindici impianti si aggiungeranno in seguito, arrivando a monitorare ben trentotto piste semaforiche. A tutto ciò si affianca il programma di messa in sicurezza dei cosiddetti “black point”, con interventi già completati in luglio sulla via Cristoforo Colombo, tra piazzale Agricoltura e vari incroci notoriamente pericolosi. Questa stretta si rende necessaria perché Roma detiene un triste primato.

Roma a 30 per diminuire gli incidenti: i dati del Rapporto Mobilità

Secondo il Rapporto Mobilità 2024 la Capitale è al primo posto in Italia per mortalità da incidenti stradali. Nel 2023 la situazione non solo non è migliorata rispetto al periodo pre-pandemico, ma è peggiorata sotto alcuni aspetti. La mortalità è cresciuta del 2,4%, l’indice di gravità degli incidenti è aumentato del 6,4% rispetto al 2022, e i pedoni risultano ancora una volta i più colpiti. Ben 1.959 incidenti hanno visto il loro coinvolgimento, con 55 decessi dovuti a investimenti, il 25% in più rispetto all’anno precedente.

La maggior parte delle vittime, circa il 60%, aveva più di 65 anni, a conferma della vulnerabilità delle fasce anziane negli spazi urbani. Anche sul piano economico il bilancio è pesante, con un costo sociale degli incidenti cresciuto dell’8,4%. Tra i conducenti, i più coinvolti risultano i giovani adulti tra i 30 e i 44 anni, mentre l’82% delle vittime al volante è di sesso maschile. Non a caso le associazioni come il Movimento Diritti dei Pedoni parlano di “violenza e strage stradale” più che di incidenti, denunciando la prevedibilità e la prevenibilità di molte tragedie.

Roma come Bologna: i risultati sorprendenti del capoluogo emiliano

Per uscire da questa spirale Roma guarda al modello Bologna, che nel gennaio 2024 (tra non poche polemiche) ha introdotto la “Città 30”, abbassando i limiti di velocità da 50 a 30 chilometri orari su gran parte del territorio urbano. A un anno dall’avvio della misura, i risultati sono stati sorprendenti. Gli incidenti sono diminuiti del 13% rispetto alla media del biennio precedente, i feriti si sono ridotti dell’11% e gli episodi più gravi, classificati dal 118 come codice rosso, sono calati del 31%. Il numero delle vittime della strada si è praticamente dimezzato: da 21 nel 2022 si è scesi a 10 nel 2024, con un calo del 48%, e per la prima volta dal 1991 non si sono registrati pedoni deceduti. Contestualmente gli investimenti di pedoni sono calati del 16%. Gli effetti positivi non si sono limitati alla sicurezza.

Bologna ha registrato anche una significativa riduzione dell’inquinamento atmosferico, con il biossido di azoto sceso del 29%, e una diminuzione del traffico veicolare del 5%. La scelta della mobilità sostenibile ha conosciuto un vero e proprio boom: il bike sharing è cresciuto del 69%, il car sharing del 44%, gli spostamenti in bicicletta del 10% e i viaggi sul servizio ferroviario metropolitano del 31%. La velocità media complessiva si è attestata attorno ai 22 chilometri orari, con l’85% degli spostamenti già sotto la soglia dei 30, dimostrando che la nuova regolamentazione non ha reso la città meno accessibile, ma più vivibile e sicura.

Roma, adesso, punta a replicare questa esperienza, estendendo progressivamente le Zone 30 oltre il Centro storico. Già individuate le prime cinquanta strade urbane nei quartieri di Centocelle, Monteverde, Balduina, Pigneto, e in aree residenziali come via di Villa Ada e viale Agosta.
La sfida è ambiziosa ma necessaria: abbattere le corse pericolose, ridurre il numero e la gravità degli incidenti, proteggere pedoni e ciclisti e riportare gli standard di sicurezza della Capitale a livelli più vicini a quelli delle altre grandi città europee. Se i risultati ottenuti a Bologna fossero confermati anche a Roma, la trasformazione in “Città 30” potrebbe segnare una svolta epocale, restituendo alle strade non soltanto più sicurezza, ma anche un nuovo modo di vivere la città.


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