Marche, Ricci sfida Acquaroli: “Liste d’attesa giù in 100 giorni e salario minimo regionale”
“Noi vogliamo ridurre le liste d’attesa entro i primi 100 giorni e andremo a Roma a battere i pugni sul tavolo affinché il Sistema Sanitario sia finanziato almeno al 7% del Pil, riattiveremo i presidi H24 nelle aree interne e incentiveremo il personale a lavorare in quei territori”, ha le idee chiare Matteo Ricci, eurodeputato dem, già sindaco di Pesaro per due mandati, che domenica e lunedì prossimi sarà in campo sostenuto dal centrosinistra e dal M5S per “espugnare” le Marche sfidando l’uscente Francesco Acquaroli, centrodestra, vicinissimo alla premier Giorgia Meloni.
Regione storicamente contesa, prima delle sei al voto in questa tornata di amministrative, l’esito nelle Marche può influenzare la percezione mediatica e le campagne nelle altre cinque, creando un “effetto domino” psicologico su elettori, candidati e partiti. Ricci ne è consapevole e ha deciso, non a caso, di incentrare la sua campagna elettorale su temi cruciali: sanità e economia. “La sanità nelle Marche in questi cinque anni di Giunta Acquaroli è peggiorata: sono aumentate le liste d’attesa, è aumentata la mobilità passiva, portando la regione a spendere 160milioni di euro quest’anno per i marchigiani che vanno a curarsi in Lombardia e in Emilia Romagna e un marchigiano su dieci non si cura più, perché non riceve risposte dal pubblico e non può permettersi economicamente cure private, è un dato drammatico e inaccettabile”, accusa Ricci.
La sanità è sicuramente una priorità, ma lo è anche l’economia: le imprese marchigiane stanno affrontando difficoltà legate ai dazi internazionali e alle trasformazioni globali. Quali politiche immagina per sostenere le piccole e medie imprese e proteggere i lavoratori?
“L’economia delle Marche è ferma, come ci confermano i dati di Bankitalia, Svimez e Confindustria. Questo ancora prima dei dazi statunitensi, che possono essere la botta mortale per la manifattura marchigiana e per tutte le imprese del territorio. Noi vogliamo intervenire subito con un fondo di 10 milioni di euro destinato a una nuova internazionalizzazione delle nostre imprese. Inoltre, vogliamo istituire il salario minimo regionale per chi lavora direttamente o indirettamente per la Regione Marche: sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento”.
Il suo programma prevede incentivi per far tornare i giovani laureati under 40 e sostegni per le coppie nelle aree interne. Come verranno finanziate queste iniziative e quali strumenti concreti userà per renderle davvero efficaci?
“Abbiamo due proposte concrete per i nostri giovani, per garantire loro il diritto a tornare e il diritto a rimanere attraverso il Fondo sociale europeo: esenzione dall’IRAP e dall’IRPEF per cinque anni per i giovani laureati under 40 che rientrano nelle Marche e un assegno di 15.000 euro ai neo laureati per sostenere master, specializzazioni o l’avvio di nuove attività imprenditoriali. Per le giovani coppie che sceglieranno di acquistare o ristrutturare casa nelle aree interne, proponiamo un contributo di 30mila euro. Inoltre, asili nido gratuiti e trasporti gratuiti per gli studenti di quei territori. Finanzieremo queste proposte abolendo carrozzoni inutili come l’Atim, costato 12milioni di euro ai marchigiani senza portare nulla a livello turistico nel nostro territorio”.
Le Marche hanno un territorio fragile, esposto a rischi ambientali. Quali sono le sue priorità per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo delle energie rinnovabili, senza pesare ulteriormente su famiglie e imprese?
“Il cambiamento climatico è reale ed è più veloce di quanto si pensasse, per questo le Marche hanno bisogno di una transizione ecologica che non diventi un peso, ma sia un’opportunità di crescita e sviluppo. Proponiamo un’Alleanza per il clima con i Comuni, con un Piano d’Azione regionale che estenda il Patto dei Sindaci a tutti gli enti locali. Dobbiamo rivedere e semplificare la normativa regionale su ambiente e governo del territorio. Puntiamo al consumo di suolo zero e a un piano ambizioso di forestazione e riforestazione, fondamentale per contrastare il rischio idrogeologico. Sul fronte delle energie rinnovabili, il nostro obiettivo è definire aree idonee per gli impianti, tutelando il paesaggio e l’agricoltura. Vogliamo supportare l’installazione di fotovoltaico su edifici residenziali e industriali, promuovendo lo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili, anche a fini sociali, per sostenere le famiglie e le aree interne”.
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