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Attualità

IL CARRELLO DELLA SPESA – Rc auto, stangata assicurata

Al Sud si paga di più e si istallano più scatole nere: a che serve?

di Giovanni Vasso -


C’è un’altra ragione che dissuade gli italiani dall’imbarcarsi nell’acquisto di una nuova auto: sono le assicurazioni Rc auto. Che continuano a salire, imperterrite. Lo segnala l’Ivass, lo denunciano i consumatori del Codacons secondo cui, in appena tre anni e cioè dal 2022 a oggi, il maggior esborso (a polizza) è pari a 62 euro. Che, moltiplicati per le 33,5 milioni di auto circolanti in Italia, fanno qualcosina come due miliardi. Roba che farebbe la differenza in una manovra economica (e che Giorgetti sta cercando disperatamente per mantenere almeno il taglio all’Irpef del ceto medio, ma questa è un’altra storia), figuriamoci nel bilancio di un comparto come quello delle assicurazioni.

I dati dell’Ivass parlano chiaro. Nel secondo trimestre di quest’anno, gli aumenti sono pari, su base annua, a un trend percentuale del 3,7%. Che resta alto seppur di poco inferiore a quello registratosi nei primi tre mesi di quest’anno quando i rincari sull’Rc auto “viaggiavano” intorno al 4,1%. In premio medio che gli italiani debbono versare per poter girare (più o meno) tranquillamente in strada è pari a 415 euro. Ma chiaramente pesa, e non poco, il divario geografico. Al Sud si paga di più e non importa se a Napoli e a Caserta “girano” più auto dotate di smart box e scatole nere: il premio resta il più alto di tutti. A Caserta, dove pure si assiste a un calo (fisiologico…) del 4,5%, risultano dotati di device il 56,7% degli autoveicoli, contro il 45,5% delle vetture di Napoli. Serve a ben poco: il premio medio richiesto a un automobilista napoletano è superiore di ben 264 euro a quello che dovrà pagare un connazionale di Aosta. Ma pure lassù non è che sia il Paradiso: proprio ad Aosta, difatti, il premio medio aumenta, secondo le rilevazioni Ivass, del 5,6%. Rincari che pongono la Valdaosta al top delle classifiche dei rincari insieme a Roma e subito prima di Viterbo (+5,5%).

Per quanto riguarda i ciclomotori, la situazione appare più abbordabile per i consumatori. Sempre, va da sé, nei limiti del “sistema” italiano. Dopo anni in cui le compagnie, sfacciatamente e apertamente, avevano sparato altissimo con l’obiettivo di togliere dai loro portafogli moto e scooter, a causa dei costi ritenuti troppo alti da coprire poi in caso di risarcimento per sinistri, il prezzo medio di una Rc non auto ma moto è passato a 302 euro per le moto e a 196 euro per gli scooter e ciclomotori. Bene, ma non benissimo. Il divario Nord-Sud, in questo caso, è ancora più marcato dato che a Napoli si pagano 585 e 411 rispettivamente per moto e scooter, mentre a Salerno assicurare una moto è altrettanto impossibile con prezzi medi che si aggirano sui 489 euro. Quasi tre volte il prezzo preteso dai motociclisti di Belluno (199 euro), e dagli scooteristi di Udine (121 euro).

Il problema centrale è che, oltre ai numeri sciorinati dal Codacons che denuncia aumenti pesantissimi in appena tre anni, continua a diminuire l’indice di incidentalità. Si fanno meno sinistri, sale l’Rc auto. Un paradosso. “Aumenti che avvengono, ancora una volta, in maniera ingiustificata, in presenza di un nuovo calo dell’incidentalità: i dati del 2025 segnano una riduzione del -2,1% rispetto all’anno precedente”, denuncia Federconsumatori. Secondo cui “Una delle gravi piaghe del sistema assicurativo italiano, infatti, rimane l’inaccettabile divario dei costi dell’rc-auto tra Nord e Sud, segnalato anche dall’ Ivass. Sarebbe ora di fare chiarezza su queste dinamiche e su questo andamento, tenendo conto anche dei dati della scatola nera”.


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