Famiglia a Rovigo sterminata nel sonno dal monossido
Ogni autunno ricomincia la stessa battaglia. Contro un nemico silenzioso, invisibile, letale. Il monossido di carbonio torna a insinuarsi nelle case, nelle caldaie dimenticate, nelle canne fumarie intasate. È un gas senza colore, senza odore, senza pietà. Ti toglie l’ossigeno e la vita, spesso mentre dormi, senza che tu abbia il tempo di accorgertene.
La morte di una famiglia intera
L’ultima tragedia è avvenuta a Canaro, in provincia di Rovigo. Una famiglia intera – padre, madre e una figlia di 27 anni – è stata trovata senza vita nella notte tra mercoledì e giovedì. Erano stesi nei loro letti, come se dormissero. A ucciderli, ancora una volta, il monossido. Era da due giorni che non si avevano notizie di loro. A dare l’allarme sono stati i colleghi di Nicolae Balanuta, 56 anni, operaio in una ditta di imballaggi nel Ferrarese. Non si era presentato al lavoro, non rispondeva al telefono. Poi la segnalazione ai carabinieri, e l’intervento dei vigili del fuoco del comando di Rovigo intorno alle 23 di mercoledì, in via Cesare Battisti, nella frazione di Paviole. Quando hanno forzato la porta, li hanno trovati tutti e tre a letto. Insieme al loro gatto. La moglie Elena, 52 anni, e la figlia Alina, erano accanto a lui. I rilevatori di gas hanno segnalato subito la presenza di monossido di carbonio.
Una morte silenziosa
Nessun segno di effrazione, nessuna violenza. Solo un guasto, probabilmente alla caldaia o alla canna fumaria ostruita.
“Purtroppo — spiega il comandante dei vigili del fuoco di Rovigo, Alessandra Bascià — il monossido di carbonio è un killer silenzioso. È inodore, incolore, insapore. Si accumula nell’ambiente e sostituisce l’ossigeno nel sangue. Quando arrivano i primi sintomi, mal di testa, nausea, vertigini, sonnolenza, è già tardi. Bisogna aprire subito le finestre e chiamare il 115”. La famiglia Balanuta viveva in Italia da oltre dieci anni. Avevano comprato quella villetta sei anni fa, rimessa a posto con sacrificio, un passo alla volta. “Era una famiglia tranquilla, educata, laboriosa”, racconta una vicina anziana. Aggiunge: “Mi salutavano sempre, la ragazza aiutava la madre con la spesa. Non meritavano una fine così”. Il sindaco di Canaro, Alberto Davì, li aveva conosciuti di persona: “Le due donne erano venute in municipio per giurare come nuove cittadine italiane. Mi avevano dato un’ottima impressione. Questa tragedia ci colpisce profondamente. È un dolore che appartiene a tutta la comunità”. Le verifiche tecniche sono in corso. I vigili del fuoco sono tornati ieri nell’abitazione per controllare l’impianto termico e la canna fumaria. L’ipotesi più probabile è quella di un malfunzionamento della caldaia, o di una scarsa ventilazione dei locali. “Ci sono tante case – osserva il sindaco – soprattutto le più datate, dove i controlli non vengono eseguiti con regolarità. È importante ricordare che la manutenzione può salvare la vita”. Nel cortile della villetta, oggi, qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori e una candela accesa. Tutto il paese è sotto shock. In parrocchia si prepara una veglia di preghiera. Il monossido di carbonio è terribile. Perché come detto è silenzioso. Un silenzio che si ripete ogni anno, con i primi freddi. Un monito che torna puntuale quando il sonno diventa morte.
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