Il presidente russo Vladimir Putin ha invitato alla resa i soldati ucraini “bloccati” e “circondati” a Pokrovsk e Kupyansk. Putin si è appellato alla leadership politica ucraina affinché prenda le decisioni più “appropriate” sul “destino dei cittadini e del personale militare circondati, come avevano fatto ad Azovstal”. Il leader russo ha fatto sapere che Mosca è pronta a sospendere i combattimenti per alcune ore, “affinché un gruppo di giornalisti possa entrare in questi insediamenti, vedere cosa succede lì, parlare con i militari ucraini e uscire”. Le rassicurazioni fornite nei giorni scorsi dal presidente Volodymyr Zelensky sono state sconfessate dal campo di battaglia. Le truppe russe stanno continuando ad avanzare.
La Russia riconosce l’impegno di Trump
Anche dopo il varo delle sanzioni contro Lukoil e Rosneft, il Cremlino sta avendo un atteggiamento “morbido” nei riguardi di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti “sta sinceramente cercando di aiutare a risolvere il conflitto in Ucraina”, e questo “è percepito in modo molto positivo, anche dal presidente Vladimir Putin”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Secondo Peskov, la presidenza russa ritiene che il tycoon stia “davvero cercando con sincerità di contribuire alla soluzione di tutta una serie di conflitti internazionali e regionali”.
JD Vance apre al dialogo
Qualche piccolo spiraglio traspare anche dalle parole del vicepresidente statunitense. “Se me lo aveste chiesto sei mesi fa, avrei detto: ‘Non smetteranno mai di combattere. Sarà come il Vietnam della Russia. Quindici anni dopo, staranno ancora combattendo’. Se me lo aveste chiesto un mese fa, invece, avrei detto che stiamo facendo progressi incredibili verso la pace”, ha affermato JD Vance in un’intervista al New York Post. “Abbiamo voltato pagina – ha spiegato il numero due degli Usa – Stiamo cercando di avere relazioni costruttive sia con gli ucraini che con i russi, perché vogliamo porre fine a questo conflitto. Penso che il presidente abbia un ottimo rapporto di lavoro – e lo stesso vale per me – con tutte le parti coinvolte”.
I raid ucraini
L’esercito ucraino ha colpito una raffineria di petrolio e un impianto chimico nelle regioni occidentali della Russia. I media russi su Telegram hanno precisato che nell’oblast di Uljanovsk, è stata centrata la raffineria NS-Oil nella comunità di Novospasskoye, mentre nel territorio di Stavropol è stato danneggiato l’impianto chimico Stavrolen. Nello stabilimento, una sussidiaria della Lukoil, si producono benzene, polietilene e altri prodotti petrolchimici utilizzati per alimentare la macchina bellica russa.
La previsione di Crosetto
La questione della cessione dei territori ucraini è tornata sotto i riflettori dopo le parole del ministro italiano della Difesa Guido Crosetto a Sky Tg24. “Sui territori conquistati dalla Russia, dal 2014 al 2022, ha osservato Crosetto, quasi nessuno al mondo pensa che possano ritornare all’Ucraina. Non penso siano molti quelli che pensano che la Crimea possa tornare all’Ucraina, possa essere riconquistata dall’Ucraina o possa essere ceduta volontariamente alla Russia. Ho detto una cosa che non mi sembrava una particolare notizia, ma soltanto una constatazione di buonsenso”.
“La scelta, ha aggiunto il ministro, non spetta né a me, né alla comunità internazionale: è l’Ucraina che arriverà al punto di decidere tra quello che può recuperare dei territori persi e quanto può perdere continuando questa guerra. Arriverà il momento, perché Zelensky da questo punto di vista qualche apertura l’ha già fatta, in cui l’Ucraina accetterà probabilmente una perdita territoriale in cambio di una tregua e poi della pace”.
L’accordo Ue-Ucraina
Da ieri è entrata in vigore la nuova zona di libero scambio (Deep and Comprehensive Free Trade Agreement) Ue-Ucraina. Si tratta di una modifica concordata alla fine del giugno scorso, che fa seguito alle proteste degli agricoltori di alcuni Paesi del fianco est, danneggiati dalla concorrenza dei prodotti dell’Ucraina. Per effetto degli aggiustamenti apportati, tutte le concessioni di accesso al mercato devono essere subordinate al graduale allineamento dell’Ucraina agli standard di produzione dell’Ue entro il 2028, ad esempio in materia di benessere degli animali, uso di pesticidi e medicinali veterinari.