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Garlasco, indagato per corruzione il padre di Andrea Sempio

di Flavia Romani -


Nuovo capitolo nell’inchiesta sul delitto di Garlasco: la Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, finito di nuovo al centro delle indagini per il concorso nell’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne trovata senza vita nella sua abitazione di via Pascoli, a Garlasco, il 13 agosto 2007.

L’accusa nei confronti del padre è pesante: corruzione. Secondo l’ipotesi formulata dagli inquirenti bresciani, Giuseppe Sempio avrebbe versato una somma tra i 20 e i 30 mila euro all’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, allo scopo di ottenere l’archiviazione della posizione del figlio nella precedente inchiesta sul delitto.

Il pizzino e il “Sistema Pavia”

L’indizio da cui parte la nuova indagine è il cosiddetto “pizzino”, un biglietto manoscritto ritrovato tempo fa nella casa della famiglia Sempio, su cui compariva un riferimento proprio a quella cifra di denaro. Gli investigatori ritengono che il foglietto possa essere la traccia di un presunto accordo illecito finalizzato a “comprare” l’uscita di scena giudiziaria di Andrea Sempio dal caso Poggi.

L’episodio si inserisce in un contesto giudiziario già complesso. La Procura di Brescia sta indagando da mesi su una possibile rete di corruzione e depistaggi che avrebbe riguardato alcune fasi della prima inchiesta sul delitto di Garlasco, nella quale era stato inizialmente coinvolto anche Sempio, amico d’infanzia del fratello della vittima, Marco Poggi.

L’ex magistrato Mario Venditti, che per anni ha ricoperto ruoli di rilievo nella Procura di Pavia, è anch’egli sotto indagine per corruzione. Gli inquirenti ipotizzano che avrebbe accettato il denaro in cambio di un atto contrario ai propri doveri d’ufficio, cioè l’archiviazione del fascicolo a carico di Andrea Sempio.

L’eventuale versamento, sempre secondo le prime ricostruzioni, sarebbe avvenuto in forma riservata e non tracciabile, anche se al momento non vi sono prove documentali definitive. Tuttavia, il ritrovamento del pizzino e alcune dichiarazioni raccolte di recente avrebbero convinto i magistrati bresciani ad approfondire la vicenda.

La Procura di Brescia, che ha ereditato parte delle indagini per competenza territoriale dopo l’avocazione decisa in seguito alle contestazioni sulla gestione del fascicolo pavese, sta ora cercando di ricostruire il flusso di denaro e verificare eventuali collegamenti diretti o indiretti tra Sempio e Venditti.

L’obiettivo è stabilire se dietro quel presunto pagamento si nascondesse davvero un tentativo di condizionare l’esito dell’indagine sul delitto di Garlasco.


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