L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Economia

Tassi fermi, mutui agitati e Lagarde sprizza ottimismo

I consumatori tremano: "Ecco perché non è una buona notizia per chi ha un mutuo"

di Giovanni Vasso -


Tassi fermi, mutui agitati. Ma c’è un insolito ottimismo nelle parole di Christine Lagarde. Che, alla prova dei fatti, non sembra trovare chissà che concretezza dal momento che il board della Bce, riunitosi per l’occasione in Italia, ha deciso di lasciare i tassi fermi. Non che la scelta sia chissà quanto sorprendente, tutt’altro. Forse mai “sentenza” del board Bce fu più telefonata dopo la promenade di madame Lagarde al mercato di Sant’Ambrogio a Firenze. Dove ha scoperto, bontà sua, che i prezzi degli alimentari (in Europa e non solo in Toscana…) sono troppo alti. Dunque, tutto rimane fermo. Come accade ormai da mesi. I tassi di interesse sui depositi, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di prestito marginale rimarranno invariati rispettivamente al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%. E, a quanto pare, a queste quote rimarranno (ancora) per molto tempo. Perché, in fondo, alla filastrocca del “volta per volta” ormai non ci crede più nessuno, neanche lei.

Eppure, Lagarde, non fa drammi: “La nostra posizione, grazie alla Banca d’Italia, è eccellente”, ha scherzato la governatrice riferendosi alla meraviglia di trovarsi in Italia e segnatamente a Firenze. Ma la governatrice ha indugiato su toni comunicativi meno apocalittici, almeno rispetto a qualche mese fa. Riconosce, Lagarde, che “il contesto mondiale rimarrà probabilmente un fattore di freno” e che “il calo delle esportazioni di beni registrato fra marzo e agosto ha invertito l’anticipazione degli scambi internazionali che aveva preceduto i recenti incrementi dei dazi”. È convinta, la governatrice, che “l’impatto dell’aumento dei dazi sulle esportazioni dell’area dell’euro e sugli investimenti nel settore manifatturiero si manifesterà appieno solo nel tempo”. Epperò preferisce guardare (anche) al bicchiere mezzo pieno: “L’accordo raggiunto fra Ue e Usa sui dazi, il cessate il fuoco a Gaza e i progressi fra Usa e Cina hanno mitigato i rischi al ribasso”. Bene, ma non benissimo dal momento che “restano rischi per le catene di approvvigionamento”, a cominciare da quelle per le materie critiche, che “se interrotte potrebbero frenare le esportazioni e gravare su consumi e investimenti”. Lagarde, però, vede pure la crescita: “Nel terzo trimestre l’Eurozona è cresciuta dello 0,2% con i servizi che continuano a crescere grazie al boom del turismo e dei servizi digitali. Molte aziende hanno potenziato l’ammodernamento delle loro apparecchiature e stanno integrando l’intelligenza artificiale, l’economia cresce nonostante le sfide globali, ma le prospettive restano incerte per le dinamiche commerciali in corso”. Esulta, anzi: “La crescita è un po’ più alta delle attese, allo 0,2%, non mi lamenterei”. Contenta lei.

Ma la decisione di tenere i tassi fermi inciderà, come al solito, sulle tasche dei cittadini. I consumatori sono già in allerta. Chi ha un mutuo sulle spalle non ha troppo da festeggiare, nonostante le risate e i sorrisi sparsi a piene mani dalla signora Lagarde: “Si tratta del quarto mancato calo consecutivo, dopo il trend di ribassi avviato a giugno 2024, una decisione quella della Bce che arriva proprio quando in Italia si assiste ad un rialzo dei tassi sui finanziamenti praticati alle famiglie”. Eccoli, i numeri del Codacons: “I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono passati dal 3,50% dello scorso gennaio al 3,67% di agosto (dati Bankitalia), con un incremento del +0,17% da inizio 2025, pari ad un maggior esborso da +180 euro all’anno su un mutuo da 150mila euro a 30 anni”. Ne consegue, secondo i consumatori, che “il mancato taglio da parte della Bce potrebbe influire negativamente sull’andamento del mercato, e accelerare la crescita dei tassi con conseguenze dirette sulle tasche di milioni di italiani”. Non è mai troppo tardi, dice il saggio. Mai come ora, considerato che saranno i mutui a tasso variabile a registrare le fluttuazioni più rilevanti, per procedere con la richiesta di una surroga. E, magari, passare al tasso fisso: almeno non si attenderà, “volta per volta” (e invano) che arrivino buone notizie da Francoforte.  


Torna alle notizie in home