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Esteri

Via libera del Senato Usa alla legge per mettere fine allo shutdown

Lo Speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, vuole votare a stretto giro per superare la paralisi

di Ernesto Ferrante -


Il Senato degli Stati Uniti ha approvato una legge che permette di finanziare le attività del governo fino al termine di gennaio e chiudere lo shutdown più lungo nella storia del Paese. Dopo il passaggio in Senato, dove hanno votato a favore della misura in 60, mentre i contrari sono stati 40, adesso tocca alla Camera.

Johnson vuole stringere i tempi

Lo Speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, ha comunicato ai deputati che la votazione sul pacchetto di spesa potrebbe avvenire già domani. Il passaggio è necessario per assicurare al governo di muoversi senza ostacoli fino al 31 gennaio e allo stesso tempo garantire i finanziamenti per i programmi dei food stamp, per i veterani e per l’edilizia militare per tutto l’anno fiscale. L’auspicio è di riaprire tutto subito, dopo 41 giorni di blocchi, ingessature e caos.

Si muove anche Trump superare definitivamente lo shutdown

La leadership repubblicana conta di avere i voti per far approvare il pacchetto. Trump è al lavoro per far superare le resistenze di parte degli esponenti della destra, mentre un gruppo di democratici centristi potrebbe, come è già successo al Senato, non seguire le direttive dei leader del partito, assicurando i numeri necessari.

Le valutazioni del tycoon e le spaccature tra i dem

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito “molto buono” l’accordo per porre fine allo shutdown governativo più lungo di sempre. “Riapriremo il nostro Paese molto rapidamente”, ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale, aggiungendo che che avrebbe “rispettato l’accordo”, sottolineando che “è molto buono”, quando gli è stato chiesto il suo orientamento rispetto al reintegro dei dipendenti federali licenziati durante lo shutdown.

La mossa dei senatori democratici ha provocato una profonda spaccatura in seno al partito. I leader della Camera e Senato, Hakeem Jeffries e Charles Schumer, si erano infatti opposti all’intesa perché non contiene la principale richiesta avanzata dai democratici durante tutte queste settimane, ovvero il rinnovo dei sussidi federali all’Obamacare. A smuovere i dissidenti è stata in particolare la questione dei buoni alimentari negati a milioni di cittadini in condizioni di estrema difficoltà.


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