L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Attualità

Quando la Scuola Dimentica la Scuola

di Alberto Filippi -


Negli ultimi giorni ha fatto discutere l’immagine di un libro scolastico che illustra ai ragazzi differenze corporee e identità sessuali con modalità che vanno oltre il semplice insegnamento biologico. Il punto non è spiegare il corpo umano, ma il tono con cui lo si fa: non più descrittivo, ma orientato a ridefinire che cosa sia normale.

I diritti delle persone non eterosessuali sono riconosciuti, ed è un risultato civile importante. Ma una cosa è la tutela della dignità, un’altra è presentare ciò che riguarda una minoranza statistica come se fosse la condizione maggioritaria. La grande parte della popolazione è eterosessuale. Non è un giudizio morale: è un dato reale, culturale, antropologico. Su questo dato si sono strutturate per secoli la famiglia, la socialità e la trasmissione dei modelli educativi.

Quando la scuola smette di insegnare neutralmente e assume il compito di guidare la percezione dell’identità intima, essa sostituisce la famiglia. La costruzione della sfera affettiva non appartiene ai programmi didattici, ma al percorso personale, alla maturazione, ai legami che ogni individuo sviluppa nel tempo della propria crescita.

Se l’istituzione scolastica rinuncia al suo compito principale – trasmettere conoscenze, metodo e senso critico – per assumere un ruolo di formazione ideologica, allora perde la propria funzione. Da luogo di apprendimento, diventa terreno di scontro culturale. Ed è comprensibile che insegnanti e genitori avvertano questo cambiamento come una deriva, non come un progresso.

Riconoscere le differenze è doveroso. Ma confondere la tutela con l’imposizione di un modello identitario porta a un equivoco: non si sta educando, si sta orientando. La scuola deve tornare a essere scuola. Le identità personali devono maturare nella vita, nelle relazioni familiari, nel tempo dell’esperienza, non nei programmi ministeriali.

La neutralità educativa non è arretratezza: è la condizione che permette a ciascuno di crescere libero. E ogni volta che la scuola la smarrisce, smarrisce se stessa.


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