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Cronaca

Lecce, cane abbandonato sul balcone muore dopo una caduta: proprietario condannato

di Francesca Petrosillo -


Lecce, cane abbandonato sul balcone muore dopo una caduta: proprietario condannato. Il Tribunale di Lecce ha condannato un uomo per abbandono di animali dopo la morte del suo cane, precipitato dal balcone del terzo piano dell’abitazione. L’indagine ha evidenziato condizioni di vita estremamente inadeguate. I padroni lasciavano il cane per lunghi periodi su un balcone angusto, privo di riparo e totalmente esposto alle intemperie. In alcune occasioni, inoltre, l’animale era legato con una corda che limitava ulteriormente la possibilità di muoversi.

La ricostruzione degli inquirenti indica che la caduta potrebbe essere stata favorita dalla presenza di una panca appoggiata alla ringhiera. Questo elemento avrebbe permesso al cane di arrampicarsi o affacciarsi, facendogli poi perdere l’equilibrio. Le testimonianze raccolte hanno confermato una condizione di disagio costante e l’assenza di un ambiente adeguato alla sua sicurezza.

Cane abbandonato sul balcone: le condizioni dell’animale e la ricostruzione del giudice

Secondo quanto emerso dal procedimento, l’animale viveva quasi esclusivamente su un balcone di piccole dimensioni, ritenuto insufficiente a garantirne benessere e libertà di movimento. Gli investigatori hanno descritto un quadro di sofferenza fisica e psicologica legato all’isolamento, alla mancanza di riparo e alla costrizione imposta dalla corda utilizzata dal proprietario.

Il Tribunale ha evidenziato che la detenzione in spazi non idonei configura una forma di abbandono, anche quando l’animale non viene lasciato fisicamente in strada. La presenza della panca, che ha probabilmente facilitato l’arrampicata del cane fino alla caduta fatale. È stata considerata un ulteriore segnale di incuria e mancata vigilanza.

La condanna: ammenda, risarcimento e riferimento alla legge 189/2004

La sentenza ha stabilito per il proprietario una multa di 5mila euro, oltre all’obbligo di risarcire l’associazione animalista che si è costituita parte civile e di pagare le spese processuali.

Il provvedimento richiama la legge 189/2004, che tutela gli animali contro maltrattamenti e abbandono, inasprendo negli anni le sanzioni previste. Il reato contestato rientra nell’articolo 727 del Codice penale, che punisce chi abbandona animali domestici o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura, causando gravi sofferenze.

La decisione del giudice ribadisce che la cura di un animale comporta responsabilità precise: garantire sicurezza, benessere e condizioni di vita dignitose non è facoltativo, ma un obbligo riconosciuto dalla legge.

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