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Esteri

Snodi di pace e intrecci di guerra tra Usa, Russia, Francia e Ucraina

Il Cremlino spinge per un incontro Trump-Putin

di Ernesto Ferrante -


Nello stesso giorno in cui il Cremlino ha fatto sapere che un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump è ancora possibile non appena saranno soddisfatte le condizioni necessarie, Francia e Ucraina hanno siglato un accordo che prevede l’acquisizione da parte di Kiev di fino a 100 caccia Rafale, oltre a droni, radar e sistemi di difesa aerea. Mosca, Washington, Parigi e Kiev non sono solo capitali, ma snodi. La linea che separa la forza della diplomazia dalla diplomazia della forza non è affatto sottile come la “Coalizione dei volenterosi” vorrebbe far credere. L’inversione delle parole non porta allo stesso risultato. La pace e la guerra sono i punti d’arrivo di percorsi fatti di approcci, posture e strategie totalmente differenti.

Il patto di guerra tra Ucraina e Francia

La firma, avvenuta alla base di Villacoublay durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky nella capitale francese, costituisce il più robusto impegno francese nei confronti dell’Ucraina dall’inizio dell’operazione militare speciale russa. Considerato il contesto, il tempismo non è frutto del caso. I velivoli saranno consegnati nell’arco dei prossimi dieci anni, ha spiegato il presidente Emmanuel Macron, mentre la produzione dei droni e degli intercettori dovrebbe partire entro fine anno.

Le parole dei due leader deboli

Nel corso della conferenza stampa congiunta, l’inquilino dell’Eliseo ha riconosciuto che gli ucraini sul campo stanno attraversando “un momento difficile”. “La Russia da sola sceglie di continuare questa guerra e di intensificarla, ha una vera e propria dipendenza dalla guerra”, ha dichiarato ancora, aggiungendo di sperare che “la pace possa essere ottenuta prima del 2027”, quando terminerà il suo mandato. Per questo, ha sottolineato, sarà necessaria una “rigenerazione dell’esercito ucraino, affinché sia capace di dissuadere qualsiasi nuova incursione”.

Zelensky ha definito “storica” l’intesa, evidenziando che rafforza la capacità dell’Ucraina di resistere all’avanzata russa mentre il Paese affronta tribolazioni interne legate a gravi scandali di corruzione e nuove offensive russe. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulle riforme anticorruzione, ha ammesso che quanto fatto finora “non è abbastanza”, garantendo che si continuerà “ad agire in modo adeguato”.

Emmanuel Macron ha confermato che attingerà al proprio bilancio e agli strumenti di finanziamento europeo per sostenere quanto concordato. Nel frattempo Francia e Regno Unito stanno preparando a Mont Valérien il quartier generale di una possibile forza multinazionale da dispiegare sul suolo ucraino dopo un eventuale cessate il fuoco. Secondo la leadership transalpina, sono già 34 i Paesi che disponibili a partecipare.

Le parole di Stubb e la mossa italiana

Il presidente finlandese Alexander Stubb si è detto convinto si svolgeranno non prima di febbraio o marzo del prossimo anno i negoziati tra Ucraina e Russia per mettere fine alla guerra. Al Quirinale, invece, si è tenuta la riunione del Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. All’ordine del giorno l’esame dell’evoluzione dei conflitti in corso e delle iniziative di pace, con particolare riferimento all’Ucraina ed al Medio Oriente.

La Polonia e il presunto atto di sabotaggio

Il premier polacco Donald Tusk ha convocato per oggi una riunione del comitato di sicurezza nazionale, dopo l’esplosione lungo la tratta ferroviaria Varsavia-Lublino considerata “un atto di sabotaggio”. Lo ha reso noto proprio il primo ministro. All’incontro, coordinato dal ministro della Difesa e vice premier Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, saranno presenti comandanti militari, capi dei servizi di sicurezza e un rappresentante del presidente.

“Abbiamo a che fare con servizi di intelligence stranieri, non con una banda di ladri di rottami di metallo”, ha sostenuto il ministro polacco responsabile dei servizi segreti, Tomasz Siemonak. Il ministro ha rimarcato che il governo ha due “priorità”: garantire la sicurezza della popolazione e assicurare alla giustizia i responsabili.

Cosa è accaduto al confine con la Romania

Le autorità romene hanno disposto l’evacuazione dei villaggi di Plauru e Ceatalchioi nei pressi del confine con l’Ucraina, dopo che un drone russo ha colpito una nave che trasportava gas naturale liquefatto. La decisione è stata presa a causa della vicinanza al territorio romeno.


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