La produzione interna di energia soddisfa l’85% del fabbisogno italiano
Tutti i numeri di Terna: bene le rinnovabili, il ruolo degli accumulatori
I consumi di energia, a ottobre, restano stabili ma la notizia è che la produzione interna ha soddisfatto poco meno dell’85% del fabbisogno nazionale. Lo rivela Terna nel consueto report mensile sui consumi e sull’energia. I numeri snocciolati dagli analisti della società delle reti parlano chiaro. A ottobre l’84,7% della domanda di energia elettrica italiana, pari a 25,5 miliardi di kWh (in aumento dello 0,2% rispetto allo stesso mese dell’anno passato), è stato soddisfatto dalla produzione nazionale. Che da sola, a ottobre, è risultata pari a circa 22 miliardi di kWh.
Quanto vale la produzione interna di energia
A recitare un ruolo sempre importante sono le rinnovabili che hanno coperto il 39% della quota di energia prodotta in Italia. Tuttavia, rispetto all’anno scorso, a livello percentuale si assiste a una sensibile discesa dal momento che il “peso” delle rinnovabili nella produzione a ottobre ’24 era stato pari al 41,2%. In grandissimo spolvero eolico e fotovoltaico che fanno registrare incrementi produttivi sensazionali: rispettivamente +70,1% e +48,7%. Da solo, il fotovoltaico ha registrato un contributo positivo pari a +1.088 GWh dovuto specialmente all’aumento di capacità in esercizio (+383 GWh) e del maggiore irraggiamento (+705 GWh). In calo, netto, l’energia prodotta tramite l’idroelettrico che risulta in calo del 48,8%. Non solo rinnovabili, però. A ottobre, difatti, l’energia prodotta tramite le più classiche fonti termiche ha segnato un incremento percentuale stimato nel 7,2% mentre per l’energia geotermica si è assistito a un aumento dello 0,5%.
Il boom degli accumulatori
Risultano, inoltre, interessanti i risultati (sull’anno però) legati alla capacità di accumulo che in Italia è salita, da gennaio a ottobre, del 46,6%. Oggi il Paese può vantare infrastrutture per una capacità di accumulo complessiva stimata in 17.610 MWh che corrispondono a 7.192 MW di potenza nominale, per circa 862.000 sistemi di accumulo. Solo a ottobre, quelli più grandi hanno prodotto ben 202 GWh, “a conferma della rilevanza che tale tecnologia ha ormai raggiunto per la gestione del sistema in economia e sicurezza”, asseriscono da Terna. Da gennaio a ottobre la capacità di impianti utility scale è aumentata di 2.818 MWh, che corrispondono a 721 MW di potenza nominale.
In calo l’import dall’estero
Se la quota di energia proveniente dalla produzione interna aumenta, è fisiologicamente in calo quella acquistata dall’estero. Che, a ottobre, ha rappresentato il 15,3% del saldo totale rispetto al fabbisogno. Un valore che gli analisti della società delle reti ritengono inferiore nella misura del 6,1% rispetto a quello che si registrò nello stesso periodo di un anno fa. Complessivamente, il saldo estero in termini di “volumi” è pari a 3,9 TWh. Se l’analisi si concentra non più sul solo mese di ottobre ma si prendono in considerazione i primi dieci mesi del 2025, l’import netto di energia risulterebbe in una dinamica di calo ancora più marcata, pari all’8,6 per cento.
I consumi di famiglie, industrie e servizi: tagli al Sud
Infine i consumi industriali e delle attività produttive. I primi, trainati dai settori “energivori” (dell’industria alimentare, cemento calce e gesso, meccanica, siderurgica, ceramiche e vetrarie), risultano in aumento dell’1,9%. Per quanto riguarda i servizi, invece, si è assistito a un calo del 6,3%. Dal punto di vista geografico, infine, l’Italia si divide ancora. I consumi al Nord e al Centro crescono (rispettivamente +0,6% e +0,3%) ma al Sud e nelle Isole cedono quasi un punto percentuale (-0,8%).
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