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Ergastolo a Giampiero Gualandi: uccise la vigilessa Sofia Stefani

Nel processo la relazione tossica prima del colpo di pistola fatale nella sede del Comando in Emilia

di Giorgio Brescia -

Una immagine di Sofia Stefani tratta dai social


La Corte d’Assise di Bologna, presieduta dal giudice Pasquale Liccardo, ha condannato all’ergastolo Giampiero Gualandi, ex comandante della polizia locale di Anzola dell’Emilia, per l’omicidio volontario aggravato della vigilessa Sofia Stefani.

La sentenza: ergastolo

La sentenza, arrivata dopo sette ore di Camera di consiglio, chiude con l’ergastolo un processo teso e doloroso, segnato da una ricostruzione dettagliata del rapporto affettivo e professionale tra l’imputato Giampiero Gualandi e la giovane vigilessa. Sofia Stefani fu uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi all’interno del comando.

La Procura ha sostenuto con forza la tesi dell’omicidio volontario, descrivendo una relazione segnata da manipolazioni, pressioni psicologiche e un forte squilibrio di potere.

Ha definito Gualandi un uomo capace di mentire e di condizionare l’ambiente lavorativo, utilizzando il legame con Sofia per alimentare conflitti già presenti nel corpo di polizia locale.

La difesa, il processo a Gualandi

I difensori dell’imputato hanno invece insistito sulla natura accidentale dello sparo e hanno chiesto la riqualificazione del fatto in omicidio colposo. La Corte ha ritenuto più credibile la versione dell’accusa, pur escludendo l’aggravante dei futili motivi.

Durante il processo sono emersi elementi che hanno contribuito a delineare un contesto di forte vulnerabilità emotiva della giovane e di dominio psicologico da parte del comandante.

Le parole della madre di Sofia, Angela Querzè, hanno restituito il peso umano di questa vicenda. Ha accolto la sentenza con dolore ma anche con sollievo, convinta che la figlia meritasse una forma di giustizia: “Quando si arriva a una condanna all’ergastolo la società ha fallito, ma per Sofia credo fosse giusto così”.

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Le decisioni della Corte

La Corte ha disposto un ampio risarcimento per i familiari della vittima e per il fidanzato, oltre che per il Comune di Anzola, profondamente colpito da un delitto avvenuto all’interno delle sue istituzioni.

L’ergastolo inflitto a Gualandi rappresenta un passaggio decisivo, anche se non definitivo della vicenda. Le motivazioni della sentenza arriveranno entro novanta giorni.

Il caso continua a interrogare l’opinione pubblica. Al centro del dibattito, le dinamiche di potere che degenerano in violenza.


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