L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Attualità

Test di Medicina, imbrogli senza fine

Il 61 per cento degli studenti copia. Impazza il mercato nero dei quesiti su Telegram

di Angelo Vitale -

Studenti affrontano l'esame di medicina presso il Lingotto di Torino il 20 novembre scorso


La storia dei test di Medicina in Italia è una linea retta che porta sempre allo stesso punto: imbrogli, ricorsi, sfiducia.

Test di Medicina, scandalo infinito

Cambiano i ministri, i nomi delle prove e i regolamenti. Non cambia il resto: ogni anno qualcuno bara, qualcuno denuncia, qualcuno scatta foto, qualcuno compra materiali “riservati” su Telegram. Con lo Stato sempre a correre dietro.

Nel 2017 il primo scandalo. Roma, Napoli, Catania, Palermo, Milano. Cinque atenei, stesso copione. Per Sanità Informazione un “boom di irregolarità”. Gli avvocati di Consulcesi, da allora, cominciarono a raccogliere esposti come fossero coriandoli.

Negli anni successivi, una sorta di normalizzazione del caos. Buste non sigillate. Domande sbagliate. Tempi non omogenei. Gli studenti hanno cominciato a chiamarlo “effetto sede”: passi un esame quasi da regine militare a Bologna, poi scopri che a Palermo non hanno nemmeno controllato le tasche dei concorrenti. La selezione come una lotteria. Nel 2021–2022, gli errori nei quesiti. Nuova ondata di ricorsi. Per gli avvocati che se ne sono occupati, una macchina che “perde pezzi”.

Sfoglia I nostri articoli sui test di Medicina

Due anni fa, un rinnovato disastro

2023, anno del disastro. Doveva essere la modernizzazione e diventa un boomerang. Quiz ripetuti tra sessioni diverse, banche dati praticamente clonate da quelle che circolano online. Telegram esplode. Il ministero incassa il colpo. La fiducia, già bassa, precipita. Il mercato nero sui canali Telegram che vendono “i quiz veri” è sotto gli occhi di tutti.

UniversiNet Magazine lo documenta. Canali anonimi vendono pdf di presunte banche dati per 10, 20, 50 euro. Paghi con carte ricaricabili o crypto, il file arriva in pochi minuti. Dentro quei canali la frase che spiega tutto: “Non posso permettermi di arrivare impreparato mentre altri forse hanno già le domande”.

Sei universitari su dieci copiano

Il dato che brucia: il 61% copia. Lo studio del CRIS-Unibo è un pugno nello stomaco: sei universitari su dieci ammettono di aver copiato almeno una volta. Quasi come una cultura, il fenomeno si chiama cheating.

Nel 2025, il semestre filtro e il ritorno dei vecchi fantasmi. Alla prima prova, sui social foto dei test e video: “Ho copiato facilmente”. Tutto torna com’era. Serve qualcosa che tutti invocano e nessuno realizza: un sistema che funzioni davvero.


Torna alle notizie in home