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Presepe senza volto a Bruxelles: uno sfregio alle radici cristiane

Nel cuore dell'Europa il presepe senza volti in nome dell'inclusione.

di Gianluca Pascutti -


Il Presepe delle polemiche nel cuore dell’Europa. A Bruxelles, il tradizionale allestimento natalizio nella Grand-Place ha assunto una forma inedita e controversa, le figure sacre sono state private dei volti, sostituite da sagome in tessuto multicolore. L’iniziativa, presentata come un gesto di apertura e inclusività, ha scatenato un acceso dibattito tra chi la considera una provocazione e chi la interpreta come un segnale di modernità.

Un presepe che vuole parlare a tutti

Il presepe allestito nella capitale belga non mostra i tratti di Maria, Giuseppe, Gesù Bambino né dei Re Magi. Al loro posto, sagome stilizzate composte da patchwork di stoffe grigie, rosse, beige, nere e marroni. Secondo gli organizzatori, la scelta cromatica è stata pensata per rappresentare “tutte le tonalità della pelle”, in modo da rendere il messaggio universale e accessibile a ogni cultura. I materiali utilizzati provengono da scarti tessili e fine serie, in linea con una visione sostenibile e inclusiva.

L’arte che divide

Dietro il progetto c’è la stilista Victoria-Maria, che ha voluto reinterpretare il presepe come opera simbolica, capace di superare confini religiosi e identitari. Tuttavia, la decisione di eliminare i volti ha generato reazioni contrastanti. Alcuni gruppi conservatori hanno parlato di “follia woke”, accusando l’iniziativa di voler cancellare le radici cristiane dell’Europa. In rete, il dibattito si è acceso con toni accesi, tra chi difende la libertà artistica e chi denuncia una deriva ideologica.

Tradizione e trasformazione

Il presepe di Bruxelles non è nuovo alle polemiche. In passato, l’assenza totale della rappresentazione cristiana aveva già sollevato critiche. Quest’anno, invece, la presenza c’è, ma in una forma che rompe con la tradizione. La scelta di non mostrare i volti è stata interpretata da alcuni come un tentativo di neutralizzare il significato religioso, mentre altri la vedono come un invito alla riflessione sul senso del Natale in una società multiculturale.

Bruxelles e il Natale che cambia

In un’Europa sempre più attenta ai temi dell’inclusione, il presepe diventa terreno di confronto. La Grand-Place, simbolo della città, ospita un’opera che non lascia indifferenti. Presepe e identità si incontrano in un dialogo che, tra arte e provocazione, racconta molto più di una semplice decorazione natalizia. Il Natale a Bruxelles, quest’anno, non si limita a celebrare: interroga, divide, fa discutere.


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