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Sarri e il sogno di chiudere la carriera al Flaminio

Il tecnico della Lazio: "I cinque mesi più impegnativi della mia carriera"

di Martino Tursi -


Maurizio Sarri sarebbe felice di chiudere la carriera al Flaminio, intitolato magari nel frattempo a Tommaso Maestrelli, sulla panchina della Lazio. Dichiarazione d’amore più grande, ai colori biancocelesti, non poteva esserci. E, nemmeno, atto di vicinanza alla società migliore. Non è mica un mistero che Lotito, ormai da anni, abbia messo il vecchio stadio nel mirino con l’obiettivo di farne la casa della Lazio. Sarri mette tutto insieme. E, nel quadro ideale per i laziali, riserva un posticino pure per sé.

Sarri: “Sogno di chiudere al Flaminio”

Intervistato ai canali della Lega Serie A, l’allenatore laziale è sicuro. “Spero che la Lazio riesca a prendere il Flaminio, che nella prima partita ci sia io in panchina e che lo stadio si chiami Tommaso Maestrelli”, ha affermato. Dai sogni ai più prosaici obiettivi stagionali: “Cosa mi auguro per questa stagione? Sarebbe bello riuscire a creare una base di giocatori che con due o tre innesti possa alzare il nostro livello ed essere più competitiva”. A gennaio, fino a prova contraria, si riaprirà il mercato per il club caro a Claudio Lotito, bloccato in estate a causa dei parametri di liquidità.

“I mesi più impegnativi per la mia carriera”

Prima di sedersi in panchina al Flaminio, Sarri deve pensare a portare a casa il campionato. Con un buon piazzamento. Non sarà facile per la sua Lazio che, nelle ultime uscite, qualche segnale positivo l’ha pure offerto ai suoi tifosi. “Il lavoro procede, la squadra sembra dare segnali: la speranza è poter creare quella base e che tutte le componenti ci diano una mano”, ha detto il mister. Che ha aggiunto: “Questi sono stati i 5 mesi più impegnativi della mia carriera ma per un certo punto di vista anche i più divertenti, ho un gruppo che mi segue. Io diverso dalla prima esperienza alla Lazio? Fino a qualche anno fa non avevo molta pazienza, invecchiare ti coltiva qualità che prima pensavi di non avere, ma non credo di essere più morbido”. Quindi ha concluso: “Più passano gli anni, più cerco di essere paziente e capire chi ho di fronte. Sono anche meno scaramantico di qualche anno fa”.


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