“Voglio andare a vivere in campagna”, il rapporto con la terra delle giovani imprenditrici agricole
In un’epoca in cui le città continuano ad allargarsi, attirando giovani in cerca di opportunità e lasciando alle loro spalle campagne sempre più vuote, c’è chi sceglie consapevolmente una strada diversa. In molte aree interne, dove il rischio spopolamento è o spesso dietro l’angolo, nascono storie che profumano di resilienza e di radici profonde.
Storie vincenti
Storie di ragazze e giovani donne che decidono di restare dove sono cresciute, o di tornare dopo aver sperimentato la vita altrove, per dare nuova linfa alle aziende agricole di famiglia o per crearne di proprie. Insomma, in un tempo dominato dall’innovazione digitale, dai ritmi frenetici e da un distacco sempre più evidente dalla natura, queste scelte appaiono quasi controcorrente. Ma allo stesso tempo, vincenti. Eppure, proprio per questo, brillano di una luce particolare: sono gesti di cura verso la terra, verso gli animali, verso le tradizioni che rischiavano di perdersi.
La forza delle nuove generazioni
Ma sono anche gesti di grande modernità, perché riportano al centro un rapporto autentico fra essere umano e ambiente, reinterpretandolo con sensibilità contemporanea. Si sviluppa così un fenomeno silenzioso ma potente, fatto di passione, competenza e coraggio. Un movimento, che racconta la forza delle nuove generazioni e, soprattutto, la determinazione delle donne nel costruire un futuro agricolo diverso, più consapevole e più sostenibile.
Un esempio?
Martina Bianchi, ligure, appena 30 anni, che a L’identità confida: “Sono una contadina, una apicoltrice e ho scelto di vivere immersa nella natura da ormai due anni, una vita che mi piace e che ho cominciato a raccontare sui social, piattaforme che racchiudono sia elementi positivi che negativi ma che nel mio caso specifico mi stanno aiutando a far comprendere l’importanza del binomio terra-essere umano. Fare l’agricoltore è un mestiere molto difficile, soprattutto in Liguria, dove è tutto terrazzato, un sali e scendi continuo di muretti a secco – spiega Martina, che poi aggiunge -. Stiamo recuperando tanti terreni abbandonati, un lavoro complicato ma molto appagante. Svegliarsi nella natura regala emozioni fantastiche così come nutrirsi di cibo auto prodotto e coltivato, come verdure, miele e uova.
Il cambiamento di Silvia e Martina, le giovani imprenditrici agricole
Quando ho deciso di fare questa vita? Quattro anni fa ho lasciato tutto e mi sono detta: “Voglio andare a vivere in campagna!”. Abbiamo dunque preso gli animali, creato l’orto, ne abbiamo fatta di strada e adesso non ci fermiamo, e andiamo avanti con un focus ben preciso e definito: fare la contadina per tutta la vita”. Di passi ne ha mossi tanti anche Silvia Brannetti, 43enne apprezzata imprenditrice agricola, che vive alle porte della Capitale, lato Castelli Romani: “Mi sono laureata in Matematica e ho conseguito il dottorato, terminando i miei studi a 28 anni, senza però sentire il desiderio di proseguire nel mondo della ricerca. In attesa di trovare nuovi stimoli personali e nuove opportunità professionali, ho iniziato a lavorare con la mia famiglia nell’azienda vitivinicola.
È lì che è nata la mia passione per la terra e per la vigna: un richiamo inconscio, non immediatamente manifesto. Qualcosa di bellissimo, di cui vado profondamente orgogliosa, che mi è stato tramandato prima da mio nonno e poi da mio papà.
La carriera agricola
È un lavoro duro e faticoso, ma quando entro in vigna mi si apre il cuore. Con il tempo mi sono specializzata nella produzione del vino, lavorando in cantina: un’emozione indescrivibile che mi fa stare bene”. Silvia sottolinea poi l’importanza della terra in un’epoca dominata dall’urbanizzazione: “Il ritorno alla terra, a mio giudizio, è fondamentale per una società che vuole ritrovare i propri valori, i propri principi, il senso di appartenenza.
Il confronto con le nuove generazioni
Lo noto soprattutto nei ragazzi più giovani: abituati a vivere in città, spesso non hanno manualità e manca loro il contatto con la terra, con la semplicità delle cose e con il mondo che li circonda. Su questo la nostra società dovrebbe lavorare: sul recupero del rapporto con l’ambiente, perché solo così potremo ritrovare la nostra umanità”. Silvia e Martina, due donne, due giovani, due imprenditrici agricole che credono nella agricoltura, nella natura, nella terra e nella umanità di un mondo che pare correre in direzione opposta.
Giovani imprenditrici agricole: modelli di vita
Due modelli di vita che possono essere esempio per tanti ragazzi italiani. O forse, più di una speranza, come dimostra anche una recente indagine, quella Confeuro/Piepoli, secondo cui il 15% dei giovani afferma che, se avesse gli strumenti e le competenze, sceglierebbe senza esitazione la carriera agricola. Mentre un ulteriore 40% non escluderebbe la possibilità di lavorare in agricoltura o allevamento, segno di un rinnovato rispetto verso queste professioni.
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