È iniziato con un’ora di ritardo l’incontro al Cremlino fra Vladimir Putin e gli inviati speciali della Casa Bianca, Jared Kushner e Steve Witkoff, per discutere la proposta di pace per l’Ucraina. Lo slittamento è stato dovuto a un impegno del presidente russo. Seduti al grande tavolo ovale, insieme a loro, anche il consigliere per la politica estera di Putin, Yuri Ushakov, e l’inviato per gli investimenti diretti Kirill Dmitriev, oltre a due interpreti. La riunione si è aperta con uno scambio di battute sulla passeggiata a piedi che Kushner e Witkoff hanno fatto. I due “mediatori” trumpiani sono stati ripresi mentre camminavano nella Piazza Rossa.
L’obiettivo di Trump
L’investitura pesante ricevuta da Witkoff e l’assenza del segretario di Stato americano Marco Rubio alla ministeriale della Nato di oggi, hanno destabilizzato la “Coalizione dei volenterosi” e i falchi dell’Ue, già provati dopo la doccia fredda della Banca Centrale Europea in merito al progetto di un prestito all’Ucraina basato sui beni congelati alla Banca centrale russa. La Bce, in buona sostanza, si sarebbe rifiutata di fornire garanzie per la liquidità richiesta. La guerra non conviene più, nemmeno ai burocrati di stanza nel quartiere francofortese dell’Ostend. In dubbio è anche l’impegno americano nei confronti di un’Alleanza atlantica che è stata l’architrave dell’unità occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale.
La defezione non casuale di Rubio
“Il Segretario Rubio ha già preso parte a decine di incontri con gli Alleati Nato e sarebbe del tutto impraticabile attenderlo ad ogni incontro”, ha riferito alla Dpa un portavoce del Dipartimento di Stato. “Non ricordo niente di analogo nella storia recente”, ha scritto su X l’ex portavoce Nato Oana Lungescu, facendo notare che l’assenza del capo della diplomazia americana invierebbe un segnale sbagliato, in un momento in cui un maggiore coordinamento con gli alleati europei sul sostegno Kiev è visto come necessario.
Rubio è un “neocon” con posizioni filo-ucraine e un approccio militarista. L’amministrazione Trump è più interessata a migliorare i rapporti e la cooperazione economica con la Federazione russa che a difendere l’alleanza transatlantica, all’interno della quale, ultimamente, dominano le pulsioni belliciste di generali e ammiragli, con una nuova declinazione del concetto di “guerra ibrida”: la lingua la mettono i portatori di stellette e mostrine, le terga i cittadini comuni.
Le parole di Putin
Vladimir Putin ha invitato i giornalisti stranieri, inclusi gli ucraini, a visitare Krasnoarmeysk, il nome con cui i russi chiamano Pokrovsk, nel Donetsk, e Kupyansk, nella regione di Kharkiv, per vedere la situazione con i loro occhi, dopo che gli ucraini hanno contestato il controllo delle due città da parte dei militari russi.
La Russia aumenterà gli attacchi ai porti ucraini e contro le navi che entreranno in quei porti in risposta agli attacchi alle petroliere nel Mar Nero, ha avvertito il presidente russo, prima del summit con gli americani.
L’impegno di Rutte
Il segretario generale della Nato Mark Rutte, nel corso di una conferenza stampa, ha parlato di un “coordinamento stretto con gli americani”. “Speriamo di arrivare a un punto in cui ci sia un accordo di pace. E al momento, sono gli americani a spingere molto per questo, e li elogio per ciò. Ci stiamo coordinando strettamente con gli americani ed essendo d’aiuto ovunque possiamo, come Nato, affinché si arrivi a quell’accordo di pace”, ha spiegato Rutte.
La Santa Sede, l’Italia e la pace giusta
L’Italia può avere un ruolo “importante” per mediare sull’Ucraina. Lo ha detto il Papa sul volo di ritorno dal Libano. “Io potrei suggerire che la Santa Sede possa anche incoraggiare questo tipo di mediazione e che si cerchi, o che cerchiamo insieme, una soluzione che veramente potrebbe confluire a una giusta pace”, ha aggiunto il Pontefice. Occorre uno scatto di coraggio da parte del governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Il gioco dell’elmetto di Parigi e Londra non porta da nessuna parte. Servono i volenterosi per la pace. Quelli a favore della guerra hanno miseramente fallito.